Droog Design è un collettivo di designer olandesi, che progettano e autoproducono arredi, lampade e oggetti di design
contemporaneo e sperimentale. Molti di loro, dopo i primi lavori con Droog, sono diventati molto famosi, iniziando a
collaborare con le più note aziende di design, tra loro: Marcel Wanders, Nella Jongerius, Tejo Remy, Richard Hutten,
Juegen Bey…
Il nome Droog in olandese significa “asciutto, secco” proprio per sottolineare l’interesse puro per il design, senza alcun
elemento accessorio ritenuto inutile; il collettivo nasce nel 1993 da un’idea di Gijs Bakker e Renny Ramakers, dopo
aver ottenuto un riscontro molto positivo in occasione di una esposizione curata da loro stessi a Milano durante il
Salone Internazionale del Mobile, mettendo in mostra i lavori di giovani designers olandesi. Dopo questa esperienza i 2
fondatori, confortati dal grande successo di critica, stipularono un accordo con la DMD (Development Manufacturing
and Distribution) per produrre i propri prodotti, molti dei quali in edizione limitata e per poterli vendere nel loro quartier
generale di Amsterdam e in tutto il mondo.
Negli anni successivi le esposizioni e le presentazioni durante il Salone Internazionale del Mobile di Milano
continuarono con immutato successo e cadenza regolare e il collettivo trovò anche un accordo con il Central Museum
per presentare in maniera permanente tutta la collezione firmata Droog. La grande intuizione dei due fondatori fu
proprio quella di legare i designers in un unico collettivo, avendo una forma di riscontro più prorompente e incisiva sul
pubblico e contemporaneamente di accordarsi con una importante istituzione museale che avrebbe garantito serietà e
un alto prestigio.
Il duo, coadiuvato da tutti i designers, ha sviluppato dal 2000 in poi un vero e proprio concept di Droog, molto
riconoscibile e sempre brillante, in diversi settori, rimanendo sempre fedeli agli stessi principi di originalità e chiarezza,
arrivando a realizzare un archivio di più di 150 prodotti, spesso prodotti anche in collaborazione con importanti aziende
specializzate, come ad esempio Rosenthal per un progetto sulla ceramica e sulla porcellana.
Nel 2009 Gijs Bakker ha abbandonato la direzione di Droog Design, mentre Renny Ramakers ha continuato e continua
a portare avanti il discorso con immutata energia e perseguendo la stessa filosofia: riconoscere l’alto valore
concettuale, partire da un’intuizione, un ragionamento o una sensazione ed arrivare ad un prodotto “secco, asciutto”,
senza frange, rigoroso e in netta contrapposizione al design griffato.
Tra i prodotti di maggior successo la poltroncina “Knotted Chair” di Marcel Wanders, la cassettiera “Chest of Drawers
“di Tejo Remy, il tappetino a forma di ippopotamo “Hippo Mat” di ed Annink, il lampadario apparentemente
improvvisato “85 Lamps” di Rodi Graumans e il paravento in pizzo, che proietta una romantica ombra di foglie, dal
nome “Skydilace Parasol” di Chris Kabel.
USM
USM viene fondata nel 1885 come azienda metallurgica e di forgiatura da Ulrich Schaerer. La fabbrica e la direzione erano e sono tuttora a Munsingen, in Svizzera. Nei primi decenni del ventesimo secolo, USM inizia a specializzarsi in accessori per finestre, cerniere ornamentali e lamiere in acciaio lavorate con precisione. Negli ’60 si compie la trasformazione in fabbrica di mobili a livello mondiale; Paul Schaerer entra in azienda nel 1961, dando inizio a tre generazioni di gestione USM della famiglia Schaerer. Dopo aver studiato ingegneria presso lo Swiss Federal Institute of Technology di Zurich, è determinato a rinnovare l’azienda – a partire dalla stessa fabbrica e sede principale USM; Incarica quindi l’architetto Fritz Haller di progettare un nuovo padiglione per uffici e fabbrica utilizzando un sistema di costruzione modulare in acciaio flessibile, facilmente adattabile a vari processi di produzione e cambiamenti del settore.
Nel 1963, Haller e Schaerer creano mobili che sono in sintonia con la modularità e versatilità dei nuovi stabilimenti. I mobili, come gli edifici, non sono incentrati sui singoli pezzi, ma su un sistema di moduli in acciaio adattabili e riconfigurabili per soddisfare le diverse esigenze della fabbrica e degli uffici dell’azienda. Il fondamento del sistema è un elegante e ingegnoso giunto sferico, per il quale richiedono un brevetto nel 1965.
Sebbene inizialmente progettato per l’uso esclusivo negli uffici USM, il sistema di mobili richiama rapidamente l’attenzione grazie alla sua versatilità, durevolezza e stile; dii conseguenza la produzione e vendita commerciale del sistema USM Haller inizia nel 1969 con un ordine di 600 postazioni di lavoro da parte della Rothschild Bank di Parigi, Francia.
Durante gli ultimi decenni del XX secolo, USM ha conquistato tutto il mondo, aprendo filiali in Germania, Francia e Stati Uniti e anche il primo spazio espositivo esclusivo ad Amburgo in Germania nel 1998. Nell’anno successivo, USM lancia USM Kitos, una serie di scrivanie e tavoli personalizzabili e regolabili in altezza.
Poco dopo, la quarta generazione della famiglia entra in azienda, rappresentata dall’attuale CEO Alexander Schaerer. Lo status di USM Haller quale icona del design moderno viene confermato nel 2001 con l’esposizione nella collezione permanente del Museum of Modern Art (MoMA) di New York. USM continua a sviluppare la leadership a tutela dell’ambiente e nel 2007, la società riceve l’accreditamento Greenguard, che certifica che i suoi prodotti hanno basse emissioni di sostanze chimiche e particelle e quindi aiutano a ridurre l’inquinamento dell’aria interna; i mobili USM sono i primi prodotti europei a soddisfare i rigidi criteri Greenguard.
Nel 2015 è stato celebrato il 50° anniversario della creazione del sistema di arredamento modulare USM Haller, anche attraverso un costante e continuo aggiornamento in sintonia con le nuove esigenze abitative e lavorative.
Living Divani
Perfezione e armonia nelle proporzioni e sapore di lusso understated sono il segno di riconoscimento di Living Divani, azienda a conduzione familiare, che ha fatto dell’imbottito il suo trademark. Dai primi anni ‘70 a oggi, l’azienda traccia un preciso percorso, instaura un intenso dialogo con la contemporaneità e diventa uno dei punti di riferimento nel panorama del design.
Strategica è la collaborazione con Piero Lissoni, che dal 1988 nel duplice ruolo di Art Director e designer, ne orchestra lo stile unico, infondendo all’azienda la sua inconfondibile cifra progettuale fatta di discrezione e neutralità formale, leggerezza e dinamicità, con un design calibrato, essenziale, che unisce limpidezza di linee e di forme, con ergonomicità e confort.
Ad affiancare l’architetto Piero Lissoni, negli anni sono stati coinvolti sia designer dal calibro internazionale, che con l’azienda condividono il tratto e l’approccio progettuale, così come sono stati inseriti nella collezione progetti di giovani talenti giunti all’azienda attraverso un puntuale lavoro di talent scouting tra le nuove leve del design: visioni differenti che sebbene uniche nelle loro individualità, hanno lo stesso comune denominatore, il tema dell’armonia e della ‘delicatezza’ delle forme, l’elogio alla linearità, la pulizia formale, come ad esempio la collezione Family Chair di Junya Ishigam.
E’ stata così creata un’ articolata offerta di divani, poltrone, letti e complementi; un graduale processo creativo e produttivo, che ruota intorno al sistema imbottito, sia esso da indoor o outdoor, dalle forme e volumetrie discrete, intorno a cui sono proposti dei complementi dal segno più forte – sedie, poltroncine, tavoli, tavolini, librerie, contenitori e tappeti – che si adattano e definiscono ogni ambiente, da quelli più essenziali e rigorosi a quelli più eclettici e decorativi. Tra i modelli più iconici sicuramente si devono citare Extra Wall ed Extra Soft, Softwall Bed, ma anche la poltrona Frog, tutti nelle loro possibili declinazioni per interno e per esterno.
Accanto alla zona giorno si sono armoniosamente sviluppate la zona notte e l’outdoor. I letti sono il naturale sviluppo dei divani, anch’essi caratterizzati dalle forme sobrie e neutrali; tra questi da citare i modelli Chemise Bed, Extra Soft Bed, Avalon Bed… Per l’esterno invece, tessuti dedicati dal tatto preciso e solido rivestono forme già utilizzate per l’interno; una doppia funzione, che da un lato ne enfatizza la versatilità, dall’altro crea soluzioni di arredo che consentono una maggior fusione tra interno ed esterno.
La proposta di Living Divani si orienta anche al settore contract dove qualità, performance tecniche e possibilità di customizzazione fanno sì che sia possibile essere presenti a livello mondiale in diversi settori: uffici, banche, aeroporti, hotel, spazi di attesa, musei, ristoranti e showroom, sempre con chiare caratteristiche di sobrietà e raffinatezza.
Vibieffe
Vibieffe nasce a Lissone in Brianza nel 1968 per la realizzazione di imbottiti, divani e letti, di alta qualità con un approccio sartoriale, dove ogni processo è caratterizzato da una solida tradizione e artigianalità. Il prodotto iconico per eccellenza dell’azienda è il divano trasformabile in letto, declinato in tutte le possibili variazioni estetiche, come il più famoso, lo Squadroletto, dove è possibile ottenere una completa personalizzazione attraverso la scelta dei braccioli, delle dimensioni e dei tessuti. Analogo discorso per i modelli più recenti come ad esempio Happy, Tangram, Bel Air, Gulp, Prince.
Tutti i modelli sono realizzati con la struttura in legni composti e multistrato, e progettati con la massima attenzione allo stile, alla raffinatezza, alla qualità e all’attenzione ai dettagli propria dell’Interior design made in Italy. Tutti i divani possono essere rivestiti scegliendo tra un’infinita gamma di tipologie di tessuti e pelli, particolarmente ricercati, in tutti i principali colori: pelle, cuoio, cotone, lino, lana, velluto, realizzati con lavorazione sartoriale e artigianale. L’imbottitura e i cuscini di seduta sono in poliuretano espanso ricoperto in termofalda. I cuscini di schienale sono in piuma lavata e sterilizzata mista a fibra poliestere siliconata.
I meccanismi di apertura e chiusura dei divani a letto Vibieffe utilizzano diverse tipologie di soluzioni, altamente sicure ed affidabili, sono progettati e collaudati per durare nel tempo e sono il risultato di anni di ricerca e di innovazione, di sviluppo e di utilizzo di tecnologie avanzate; i meccanismi si differenziano a seconda della tecnologia utilizzata: con cinghie elastiche, con rete elettro saldata oppure con doghe in legno per la versione ecowood secondo i differenti modelli. Il letto può essere attrezzato con il materasso a molle, oppure in poliuretano espanso, con materasso Memory foam, Waterlily o in lattice. I cuscini sono in poliuretano espanso e piuma lavata e sterilizzata mista a fibre poliestere siliconata. I materassi Vibieffe sono di alta qualità, certificati e rivestiti con tessuti antibatterici, anti-acari ed antimicotici, che assicurano igiene, elasticità, ergonomia e traspirabilità. Questa attenzione verso i meccanismi e i materassi ha reso l’azienda leader mondiale nel settore, non facile del divano trasformabile.
Altra sezione importante del catalogo Vibieffe è rappresentato dai letti imbottiti, tradizionali o più contemporanei, personalizzabili e resi unici scegliendo tra un’infinita gamma di rivestimenti in tessuto o pelle, anch’essi con lavorazioni sartoriali e rifiniture artigianali di massima qualità, che spesso riprendono antiche tradizioni italiane. I rivestimenti sono sfoderatili e lavabili. La struttura portante di tutti i letti è in acciaio, mentre le reti ortopediche sono a doghe in faggio evaporato. In alcuni modelli è prevista, a richiesta, una struttura base con cassone sottostante, apribile con sollevamento basculante oppure a sollevamento orizzontale. Tutti i meccanismi sono realizzati con materiali conformi alle normative di tutela ambientale, non tossici e non dannosi. I materassi sono certificati e disponibili in lattine Aqupur e Memory Form, in schiuma di lattice naturale, a molle oppure a molle insacchettate, rivestiti con tessuti antibatterici, anti acari ed antimicotici per assicurare igiene, ergonomia, elasticità e traspirabilità. Molti modelli dispongono a richiesta dell’esclusivo sistema Up&Down, ovvero un meccanismo regolabile che consente di collocare il materasso all’altezza alla quale si è abituati. Tra i modelli più famosi: Bel air, Soap, Open, Tangram.
Baleri
Baleri Italia è un marchio di design icona del XX secolo, fondato da Enrico Baleri e Marilisa Decimo nel 1984, e portato avanti con tenacia e coraggio, alla scoperta di tendenze sempre nuove e di protagonisti del design ancora sconosciuti, come ad esempio Philippe Starck; Enrico Baleri è stato il primo a intuire le grandi potenzialità del giovane designer francese e a dargli fiducia, producendo i suoi primi progetti.
Caratteristiche dell’azienda sono il riflesso degli anni della sobrietà e del rigore forma/funzione, della massima espressione di una certa idea di design, pragmatica e insieme utopica e dell’inseguimento dell’oggetto autentico, non obsolescente, non appariscente, coerente, internazionale. Oggetti e collezioni evergreen sono sempre stati firmati da grandi maestri ed esordienti del mondo del design, divenuti poi riferimenti di stile, dando vita a un universo classico-contemporaneo che oggi ritrova vitalità, produzione, comunicazione e forza commerciale. Il gallo rosso, voluto dai 2 fondatori, marchio di fabbrica Baleri Italia, è simbolo augurale di ottimismo, buon umore, fortuna. Le scelte di Enrico Baleri, colto architetto e protagonista raffinato della storia del design italiano, hanno caratterizzato per anni le scelte stilistiche e la filosofia aziendale di Baleri Italia, creando un brand unico nel panorama del design italiano e internazionale, privo di vincoli e libero di esprimersi con sperimentazioni fuori dai soliti schemi.
Tra i pezzi più iconici è doveroso citare la poltrona “Richard III” del 1985 di Philippe Starck, progettata originariamente per gli appartamenti privati dell’Eliseo del presidente della repubblica francese Francois Mitterand, che riprende la tipologia più consumata dell’arredamento borghese, ovvero la poltrona da relax imbottita, svuotandola, stilizzandola, creando un effetto oggetto come maschera in un gioco tecnologico a sorpresa. Sempre di Philippe Starck anche la sedia “ afè” Chair del 1984, progettata per il Costes di Parigi, la prima di una lunghissima serie di sedie di successo proposte dal designer francese.
Nel catalogo, molto selettivo, anche il paravento “Cartoons” del 1992 di Luigi Baroli, vincitore del Compasso d’oro nel 1994 in cartone ondulato autoportante, la poltrona “ Mama” di Denis Santachiara del 1995, accogliente e domestica, e la collezione “Tato” , ovvero i pouf e poggiapiedi Tato, Tatino e Tatone, di Enrico Baleri e Denis Santachiara, riassunto di una intelligente ironia progettuale, dalle forme generose e dai coloratissimi rivestimenti.
Delcourt
Un approccio duraturo e singolare.
Quando appare per la prima volta nella scena del design francese, lo fa come ‘Creatore dell’anno’ alla fiera Maison et Objet. Siamo nel 1999. Christophe Delcourt è sulla trentina e mette in mostra le sue prime creazioni (oggetti e luci) con la particolarità di essere allo stesso tempo il loro designer, il loro produttore e il loro editore. Il tutto in un momento in cui la nozione “Maison d’édition” è quasi inesistente.
Questo approccio singolare, tuttavia, non è mosso da alcun tipo di ricerca mondana per l’indipendenza, ma solo dalla volontà di dare una cornice precisa e perfettamente controllata a quello che presto diventerà una vera firma. Di conseguenza, una collezione di lampade e pezzi di mobili contemporanei, disegnati in base ai materiali (legno, bronzo, metallo, ceramica, cuoio, ecc.) E secondo l’artigianato tradizionale.
I progetti del designer francese uniscono materiali grezzi e linee sobrie ed eleganti, abbondantemente ispirate dalla bellezza dei materiali naturali e dalla loro capacità di essere parte alla forma di un oggetto grazie alle loro caratteristiche capillari quali la ricchezza della materia e il colore. Il designer ha più volte ammesso che la natura è il primo elemento ispiratore e parte iniziale del suo processo di design. In effetti nel mondo naturale esistono svariate forme incredibili, che possono essere applicate al design di arredamento: forme, colori e consistenze, che possono essere combinate in infiniti modi diversi.
Il lavoro di Delcourt è una vera testimonianza del suo amore per i materiali e per la profonda devozione alla manifattura artigianale e manuale; i suoi progetti, lampade o arredi, non sono mai modaioli o frutto di rapide tendenze, ma sono oggetti eterni, senza tempo, raffinatissimi e unici, con il piacere di vederli invecchiare e la certezza che gli stessi ti accompagneranno per tutta la vita.
I suoi principali maestri da guardare costantemente come esempio e come maggiore influenza artistica sono alcune leggende del design francese come ad esempio Jean Prouvé, Pierre Chareau e Jean-Michel Frank.
Recentemente il designer ha completato il suo lavoro con una collezione specifica di tessuti, materici e dai colori neutri e naturali, da utilizzare per i suoi arredi, perfezionando ulteriormente la visione personale e raffinata del concetto di abitare e vivere i propri spazi.
Lo studio e l’atelier di Delcourt continua ad essere nel cuore del 7° arrondissement di Parigi, all’interno di un sobrio ed elegante cortile, accanto a quella che fu l’abitazione storica del maestro della couture francese Yves Saint Laurent.
Artifort
Nel 2015 Artifort ha festeggiato il suo 125° anniversario. Ogni anno le loro sedie, tavoli e divani trovano la loro strada per le case degli amanti del design di tutto il mondo. Tutto iniziò nel 1890 quando Jules Wagemans iniziò un’attività come tappezziere a Maastricht.
Artifort è sinonimo di mobili che durano una vita. In molti casi che passano attraverso le generazioni. Il segreto sta nell’uso di materiali di alta qualità e nei dipendenti qualificati. L’artigianalità dei loro tappezzieri, saldatori, falegnami e cucitrici è ad alto livello grazie a molti anni di esperienza e ad una attenta formazione dei dipendenti più giovani.
Artifort è sinonimo di design senza tempo. Design che resiste. Design che è autorevole. Da Pierre Paulin e Geoffrey Harcourt a René Holten e Patrick Norguet. Artifort significa design di alta qualità da parte dei migliori designer.
Artifort include nella sua collezione permanente molti progetti del designer francese Pierre Paulin risalenti agli anni ’60 e ’70.
Paulin, insignito della più alta onorificenza francese per le arti e definito dal Presidente francese Sarkozy “l’uomo che ha fatto del design un arte”, ha iniziato a lavorare come designer freelance per Artifort agli esordi della sua carriera professionale; questo ha segnato l’inizio di una collaborazione lunga e fruttuosa, dove il confort è sempre stato il punto di partenza costante.
Le opere del sodalizio Paulin-Artifort possono essere ammirate nei più famosi musei di tutto il mondo e continuano ad essere prodotte come esempio di design senza tempo: le poltrone Tongue, Le Chat, Ribbon, Tulip, Mushroom…sono ormai considerate dei capisaldi del design del ‘900 e opere scultoree dal grande confort.
Bonacina
Ci sono gesti e profumi che accompagnano ogni lavoro e quello dei Bonacina in particolare: è la loro maestria nel bagnare, piegare, asciugare e quell’aroma di paesi lontani che sprigionano le canne d’India, di Manau e di Manila. Movimenti immutati nel tempo al servizio di un design che sgorga dalla materia stessa: nulla come il giunco impone scelte precise, studiate e per questo antiche e moderne insieme. Il saper fare ed il guardare avanti che sono da sempre nel DNA della famiglia Bonacina.
A Lurago d’Erba Giovanni fece tesoro dell’arte dell’antico mestiere di canestraio e, più di un secolo fa, fondò la sua azienda Bonacina ampliando ben presto la sua produzione con poltrone, salotti ed elementi d’arredo. Il successo non tardò ad arrivare con i riconoscimenti internazionali del 1909 a Londra e a Parigi e del 1910 a Roma e commesse importanti come la fornitura per il Grand Hotel Villa d’Este a Cernobbio (Como).
Bonacina posiede un ricco archivio di disegni e prototipi custodisce con cura e passione la collaborazione fra maestri artigiani e nomi che hanno fatto la storia del design in Italia e nel mondo: Albini, Aulenti, Forges Davanzati, Gregotti, Mongiardino, Ponti, Sambonet, Travasa… una strada difficile ma coraggiosa e stimolante.
Dopo più di un secolo la Bonacina 1889 continua così a essere, in tutto il mondo, sinonimo di altissima qualità formale ed estetica.
Azucena
Fondato nel 1947 da Luigi Caccia Dominioni, Ignazio Gardella e Corrado Corradi Dell’Acqua. Il marchio italiano Azucena da sempre si distingue per le sue collezioni che uniscono eleganza formale, lusso , estetica pura e nitida e un’altissima manifattura.
Il brand che gli architetti decidono di chiamare Azucena dal nome della zingara dell’opera teatrale ‘Il Trovatore’, viene creato sia per raccogliere alcuni dei loro progetti di mobili da destinare all’arredo degli edifici da essi stessi disegnati sia per poter produrre singolarmente alcuni mobili facenti parte di serie di arredo da loro progettate. I tre designer iniziano quindi una ricca produzione disegnata da loro per poter sfruttare un repertorio di arredi disponibili per le case che progettano. Sono arredi, lampade e oggetti sperimentali, che utilizzano coraggiosamente materiali nuovi, accostati a quelli tradizionali in modo sorprendente e contemporaneo, unendo e spesso sovrapponendo industria e alto artigianato. Lacca, ottone cromato lucido, cristallo sono i materiali preferiti in una costante ricerca di luminosità, brillantezza, e trasparenza, che talvolta si alternano alla morbidezza del velluto o alla ricchezza della pelle.
Con Azucena prende vita una collezione unica, raffinatissima, con una serie di pezzi diventati in breve tempo iconici, caratterizzati dall’unione di materiali diversi, ma sempre ricercati, e dalla ripresa di forme stilistiche tradizionali; su tutte la poltrona Catilina, quasi un trono romano, dove ci si deve accomodare in maniera composta, concetto molto amato dall’architetto Luigi Caccia Dominioni, ma anche il tavolo Cavalletto, dalle forme sinuose e rigorose, reminiscenza dei banchi da disegno al politecnico di Milano, oppure la poltrona Chinotto, un piccolo fuori scala non senza ironia.
Le lampade hanno una posizione privilegiata all’interno della collezione Azucena: Luigi Caccia Dominioni pone particolare attenzione alla luce e agli apparecchi illuminanti, sfruttando in modo nuovo e moderno materiali e tecniche inconsuete. Ne derivano alcuni modelli di straordinaria bellezza come la celebre lampada da terra Imbuto, dal chiaro riferimento riletto in maniera sobria e colta, o come la lampada da tavolo Base ghisa, dove il nome stesso svela la scelta tecnica dell’autore, o ancora come la lampada da lettura Monachella, leggera, trasportabile grazie ad un anello all’estremità dell’asta, concepita dall’architetto Caccia Dominioni non casualmente, ma ispirandosi al copricapo delle monache di un convento milanese, che stava realizzando.
Nel 2018, il marchio Azucena è stato acquisito da B&B Italia, che lo ha voluto preservare e rilanciare, in una visione attiva dell’heritage italiano, lo storico brand ritorna sul mercato con una serie di “classici moderni” disegnati dall’architetto Luigi Caccia Dominioni a partire dalla fine degli anni 40. Sedie, divani, tavoli e lampade che hanno scritto la storia del design made in Italy e che tornano oggi come testimonianza di classe e qualità.
M6
M6 è un progetto di Luca Montrucchio per Ferrero1947, che nasce dalla riflessione sul comportamento dei diversi materiali e di coloro che li lavorano davanti ad uno schema fisso e prestabilito.
Il fulcro del progetto è una struttura squadrata, leggera e affusolata, realizzata in tondino di ferro dal diametro di 6 mm, verniciata nera e completata da una copertura orizzontale con 2 lembi verticali, per trasformarla in sedile o appoggio.
In una seconda fase sono stati selezionati 6 diversi materiali: lana, vetro, lamiera forata, cuoio, corda di lino e legno, e affidata la struttura finita, con allegato lo schema della copertura, a 6 artigiani, esperti nel loro settore, che interpretassero lo schema preciso del designer, risolvendo anche tecnicamente i nodi fondamentali per la realizzazione del manufatto.
La selezione è stata rigorosa:
per la lana: le tessitrici olandesi di Thomas Eyck, esperte nel lavoro della lana irlandese
per il vetro: la vetreria torinese Cristal King
per la lamiera forata: il fabbro del Roero Gatto
per il cuoio: il pellettiere e sellaio pinerolese Calautti
per la corda di lino: l’antica Manifattura di passamaneria Massia
per il legno: Tesio, lo storico falegname piemontese collaboratore di Carlo Mollino
Il risultato è un oggetto ibrido, tavolino d’appoggio o seduta, declinato in tutte le diverse tipologie, da utilizzarsi singolarmente o assemblabile con infiniti abbinamenti.
Completa la collezione M6 una panca, ottenuta dalla ripetizione del modulo, con sedile in tessuti monocromatici patch, e una struttura da muro, dalle identiche proporzioni e linee, con inserti in lamiera forata nera.
M6 è disponibile da novembre nella galleria FERRERO1947 a Torino, in corso Matteotti 15 oppure on-line tramite mail.