Molteni & C viene fondata come azienda artigianale nel 1934 a Giussano in provincia di Milano (poi provincia di Monza e della Brianza), da Angelo Molteni, imprenditore brianzolo, tra i promotori del Salone Internazionale del Mobile di Milano, che vedrà la sua prima edizione nel 1961. Nel primo dopoguerra l’azienda realizza mobili partendo dal tronco e coprendo tutte le fasi produttive e a metà degli anni ’50 partecipa alla prima “Mostra Selettiva – Concorso Internazionale del Mobile” di Cantù, con un progetto dell’architetto svizzero Werner Blaser, allievo di Alvar Aalto e assistente di Ludwig Mies van der Rohe, che vince il primo premio. Il cassettone, con il giunto geometrico a tripla forcella, è il primo prototipo di mobile moderno ed è recentemente stato rimeditato in un preziosa edizione numerata e certificata.
Il 1968 è l’anno della rivoluzione: in pochi mesi, viene convertita la produzione dal classico al moderno, per realizzare mobili ben disegnati, pensati per la serie; Luca Meda, allievo della Scuola di Ulm, è l’uomo della rivoluzione, suoi i contenitori Iride presentati al Salone del Mobile nel 1968. L’anno successivo si ha la conversione completa ai mobili di design, cui segue l’acquisto delle aziende Unifor e Citterio, nel settore ufficio e, nel 1979, di Dada, azienda di mobili per la cucina. Negli anni Molteni & C diventa quindi una realtà per la produzione di mobili.
Durante direzione artistica affidata a Luca Meda, vengono chiamati a progettare per Molteni gli architetti Aldo Rossi e Afra e Tobia Scarpa; Aldo Rossi disegnerà alcuni arredi diventati ormai iconici come il divano teatro, il settimanale Carteggio e la sedia Milano, rari esempi di incursioni nel mondo del design da parte del Maestro.
Negli anni novanta comincia invece la collaborazione con alcuni designer italiani e internazionali, tra i quali Jean Nouvel, Foster and Partners, Patricia Urquiola, Rodolfo Dordoni, Hannes Wettstein.
Nel 1994 Molteni&C riceve il Compasso d’Oro alla carriera. “Tra i protagonisti della cultura italiana dell’arredamento”, recita la menzione della giuria, “ha saputo presentare un’offerta di prodotti disegnati con costante dignità, sicura qualità e ampia visione del contesto culturale”. Nello stesso anno Jean Nouvel progetta la Fondation Cartier a Parigi, Molteni attraverso Uniforo realizza tutti gli arredi: nasce così la serie Less, un’icona del design nel mondo, tavoli dalgli spessori minimi e dalle forme elementari e rigorose.
Agli inizi del 2000 Per sostenere l’espansione internazionale, Molteni&C crea la divisione Imbottiti e, in pochi anni si afferma tra i migliori produttori internazionali con i progetti di Patricia Urquiola, Ferruccio Laviani, Rodolfo Dordoni, Hannes Wettstein e Ron Gilad e molti altri.
Nel 2012 Molteni&C presenta al Salone del Mobile la Gio Ponti Collection, arredi mai prodotti in serie dal grande architetto milanese, in collaborazione con Gio Ponti Archives. La collaborazione tra Molteni e gli eredi di Gio Ponti prosegue annualmente grazie ad un accordo in esclusiva per i diritti dei progetti del Maestro.
Il Gruppo Molteni ha recentemente festeggiato 80 anni di attività con una mostra alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, intitolata 80!Molteni. Con un allestimento curato da Jasper Morrison e il progetto grafico di Studio Cerri & Associati, prototipi e arredi di tutte le aziende del Gruppo raccontano, per la prima volta, 80 anni di esperienza, qualità e innovazione. La mostra è diventata il nucleo del Molteni Museum di Giussano.
A partire da aprile 2016 l’architetto e designer belga Vincent Van Duysen è nominato direttore creativo dei brand Molteni & C; dopo il successo della collezione di armadi Gliss Master la nuova collaborazione ha come focus il coordinamento dell’immagine e delle scelte progettuali e artistiche del gruppo.
Nata come azienda specializzata nella produzione di sistemi, oggi l’azienda produce ancora completamente in Italia un’offerta integrale per la casa, dai contenitori agli imbottiti, dalle sedie ai tavoli… affiancata da una divisione contract che realizza navi da crociera, teatri, musei, hotel, ristoranti e residenze collettive.
Memphis-Milano
Memphis-Milano è il grande fenomeno culturale degli anni ’80 che ha rivoluzionato le logiche creative e commerciali nel design. Nato a Milano nel 1980 dall’idea di Ettore Sottsass e un gruppo di giovani designer e architetti, negli anni diventati famosi designer della scena internazionale, Memphis ha rovesciato tutti i parametri esistenti, proprio perché il suo obbiettivo era la rottura dello status quo dell’industria del design.
Secondo la leggenda Ettore Sottsass si trovava nel suo appartamento di Milano con un gruppo di giovani designer, tra i quali il radicale Michele De Lucchi, per discutere di come il design fosse diventato ormai borghese e irrilevante…intanto si ascoltava la canzone di Bob Dylan del 1966 “Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again”. In gruppo decise in questo preciso momento di riunirsi in un collettivo e di creare una collezione completamente nuova, piena di vita e al passo con i tempi, chiamandola appunto Memphis.
Negli anni molti giovani designer passarono per il collettivo, provenendo da paesi e culture diverse e portando tutti il loro personale contributo nel contesto di un manifesto comune; tra essi Martine Bedin, Andrea Branzi; Aldo Cibic, Michel Graves, Nathalie du Pasquier, Peter Shire, Javier Mariscal, George Sowden, Alessandro Mendini, Matteo Thun, Masanori Umeda, Arata Isozaki, Shiro Kuramata, Marco Zanuso jr e molti altri. A tutti loro, e alla supervisione di Ettore Sottsass stesso, si devono i più interessanti progetti del gruppo Memphis.
Memphis ha imposto al design nuove forme, nuovi materiali e nuovi motivi. Una prima collezione nasce nel 1981 con il supporto economico di Ettore Gismondi, presidente di Artemide, ed ha immediatamente un effetto esplosivo: colori sgargianti, abbondanza di decorazioni, coraggiose asimmetrie, mobili verticali totemici…non si era mai visto nulla di simile, catapultando il design nell’universo stravagante e colorato del cinema, dei fumetti e della pop art, alla quale il collettivo guarda con interesse e rispetto.
Gli oggetti di Memphis, prodotti in serie limitata, cercano di sfuggire alla banalità del quotidiano, riprendendo nomi che suscitano in ciascuno di noi un mondo immaginario, con un forte effetto sorpresa grazie alle forme e ai materiali utilizzatili, sopratutto i laminati decorativi della società piemontese di Bra Abet laminati, ma anche le ceramiche e i vetri veneziani per i bellissimi vasi di Sottsass, realizzati secondo le antiche tecniche dei Maestri vetrai veneziani.
Tra i pezzi più iconici della collezione si possono citare la coloratissima libreria Carlton, la lampada Tahiti, il mobile Totem Casablanca, tutti disegnati di Ettore Sottsass, la lampada Oceanic e la sedia first di Michele De Lucchi. le poltrone Oberoi e la lampada su ruote Super Lamp di Martine Bedin, la sedia Palace di George Sowden e molti altri progetti tra arredi, tappeti (straordinari quelli di Nathalie du Pasquier), ceramiche, vetri, argenti, lampade, tessuti…tutti spregiudicati, colorati, coraggiosi e non convenzionali.
Memphis è diventato un simbolo di New Design; la sua influenza è stata immensa nella storia del design ed è ancora oggi molto forte in diversi settori della produzione e non solo: la sua estetica è stata ripresa e abbracciata in diversi campi artistici negli ultimi anni.
Knoll
Nel 1938 Hans Knoll, tedesco emigrato in U.S.A. a causa delle leggi razziali, apre un piccolo laboratorio per la realizzazione di arredi per creare interni moderni e nel 1943 sposa Florence Schust, architetto e designer diplomata alla Cranbrook Academy of Art a Bloomfield Hills nel Michigan e con lei ingrandisce l’azienda, che nel 1946 diventerà la Knoll Associates, per poi trasformarsi definitivamente nel 1951 in Knoll International, nome ancora in vigore.
I due coniugi chiamano subito a disegnare per l’azienda alcuni compagni di corso di Florence Knoll come ad esempio Eero Saarinen, figlio del direttore della scuola l’architetto finlandese Eliel Saarinen, e Harry Bertoia, all’anagrafe Arieto Bertola scultore e designer di origini italiane. Tutti i soggetti coinvolti all’interno della Knoll abbracciano il genio creativo del Bauhaus e della Cranbrook Academy of Art, che era poi una interpretazione americana della stessa scuola del Bauhaus, per creare nuovi tipi di mobili e ambienti per la vita di tutti i giorni, per la casa e il posto di lavoro. L’artigianato unito con la tecnologia attraverso l’ uso del design fissa il loro punto di vista e modella i valori che vivono ancora oggi all’interno dell’azienda.
Nel 1957 Eero Saarinen progetta quella che ancora oggi risulta il prodotto di maggior successo della Knoll, ovvero la serie Tulip, composta da sedie, tavoli e tavolini con continuità tra la scocca e il basamento, convinto che “le parti inferiori di tavoli e sedie creano una confusione intricata e irritante…volendo farla finita con il caos delle gambe; volendo fare di una sedia di nuovo un’unità”. Il tavolo Tulip, più conosciuto con il nome di Saarinen, è ancora oggi il tavolo più venduto, più imitato e più desiderato dagli appassionati di design nelle sue varianti con il piano in laminato bianco o nero, oppure in marmo dai molteplici colori.
Harry Bertoia realizza invece per la Knoll una collezione di sedute, ispirate a quelle dei coniugi Eames, dove ritorna il tema della discontinuità: un supporto a cavalletto in tondino di acciaio regge una scocca in rete di tondino d’acciaio di varia foggia. La collezione Bertoia risulta essere un vero capolavoro, punto d’incontro tra il design e l’arte: una sedia leggera e trasparente, dove l’aria, che passa attraverso la rete metallica, diventa la vera protagonista del progetto.
La Knoll si distingue fin dai primi anni dall’altra celebre azienda americana di furniture design, la Herman Miller, per la scelta di un design estremamente rigoroso e razionalista e per la coraggiosa riproposizione sul mercato di alcuni arredi storici come ad esempio quelli disegnati dal Maestro Mies Van Der Rohe: la collezione Barcelon, che rimane ancora oggi una delle più note icone del design.
In seguito alla scomparsa prematura di Hans Knoll nel 1955 la moglie Florence prende le redini dell’azienda, preferendo poi lasciare la presidenza nel 1960 per ricoprire la carica di direttore artistico del dipartimento di design; il suo motto sarà per tutta la sua lunghissima vita “ Good Design is Good Business”. Florence Knoll disegna per la sua azienda alcuni elegantissimi arredi, che le vengono utili per arredare gli spazi pubblici e privati, tra i più importanti in America, per illustri clienti privati o aziende pubbliche. Tra essi si possono ricordare il divano Florence Knoll dalle forme rigorose, su struttura in acciaio cromato, i tavoli dalle forme elementari e raffinate con piani in marmo o in vetro e i contenitori, in seguito molti imitati, in legno naturale o laccato su base in acciaio cromato lucido.
In anni più recenti la Knoll si è avvalsa della collaborazione dei migliori designers internazionali contemporanei come ad esempio Frank O. Ghery, Piero Lissoni, Barber Osgerby.
Karimoku
Karimoku è un produttore di mobili in legno da Giappone centrale con una storia di più di 70 anni .
La loro tradizione deriva di una profonda comprensione di carpenteria artigianale in combinazione con tecnologie d’avanguardia per la costruzione di mobili di alta qualità possibile .
Collaborando con alcuni tra i più promettenti talenti del design internazionale come la coppia creativa olandese Scholten and Baijings o lo studio svizzero Big Game, é stata creata e lanciata la divisione KARIMOKU NEW STANDARD nel 2009 , una una crescente collezione di oggetti innovativi , gioiosi e funzionali che si adattano alle forme di vita urbana nel 21° secolo .
Con l’obiettivo di preservare e rivitalizzare le foreste giapponesi e riprendere un equilibrio con l’industria forestale locale , i nostri prodotti sono realizzati utilizzando fonti sostenibili legni giapponesi , come l’acero , castagno e querce -piccolo- diametro che sono spesso scartati o finire come pasta per carta .
I pezzi KARIMOKU NEW STANDARD sono fatti per donare una gioia durevole, fedele al credo che un mobile dovrebbe durare almeno quanto l’ albero da cui è stato fatto.
La storia di Karimoku, leader nella produzione giapponese di mobili in legno, è iniziato come un piccolo negozio di falegnameria a Kariya, Prefettura di Aichi nel 1940 da Shohei Kato ha assunto una società di legname che esisteva già nel periodo Edo.
Tecnologie di lavorazione, trattamento superficiale e la colorazione del legno sono state accumulate attraverso il subappalto delle varie parti in legno a metà 1900: macchine di filatura che sostenevano ricostruzione postbellica del Giappone negli anni ’40; tavole macchina da cucire, parti di pianoforte e TV stand con gambe in legno negli anni ’50; e la società del tempo ricercato mobili originali per il mercato interno nei primi anni ’60.
Da allora, Karimoku si è concentrata sul perseguimento del suo concetto originale di prodotti “high-tech e high-touch” attraverso la definizione di basi in zone di produzione di legname. Karimoku ha una fornitura ampia e affidabile di materiali e strutture avanzate su larga scala che mostrano tecniche degli artigiani nella massima possibile estendensione. Inoltre, la società ha anche messo in atto un sistema nazionale per i servizi all’ingrosso e al post-vendita per la cura del prodotto. Così, Karimoku ha sviluppato un sistema unico e senza precedenti che attraversa l’approvvigionamento dei materiali, la produzione e la vendite all’interno di una società.
Karimoku ha anche lo scopo di contribuire a migliorare la vita delle persone per far fronte alle sfide presentate da problematiche ambientali. Ciò è dimostrato nella storia di oltre 30 anni di Karimoku nella riforma e l’utilizzo di “Parawood”, un prodotto derivato dagli alberi della gomma dopo il suo utilizzo nella produzione di lattice.
Fritz Hansen
Fritz Hansen è stata fondata nel 1872 dal falegname visionario dall’omonimo nome e da allora è diventata una parte naturale della storia del design sia danese sia internazionale e un marchio di design esclusivo e ricercato
La storia di Fritz Hansen è caratterizzata da un artigianato stupendo, da un design unico e da un innato senso di alta qualità. Architetti e designer di mobili di tutto il mondo hanno regolarmente contribuito alla collezione con arredi dalla bella forma e funzionali, attraverso l’utilizzo di tecniche innovative e nuovi materiali. Arne Jacobsen, Poul Kjærholm, Piet Hein, Vico Magistretti, Burkhard Vogtherr, Piero Lissoni, Kasper Salto e Morten Voss…la lista di progettisti è lunga e l’elenco di mobili dalla grande fama internazionale lo è anche di più.
L’iconica collezione classica di Fritz Hansen comprende una gran parte dei mobili più famosi degli architetti e designer danesi, tra cui le sedute Egg, Swan e Serie 7 di Arne Jacobsen e la sedia PK22 e il divano PK80 di Poul Kjaerholm. La collezione contemporanea, seconda anima del catalogo, presenta invece arredi e accessori di alcuni dei designer contemporanei più stimolanti e riconosciuti a livello internazionale, tra i quali Jaime Hayon, Piero Lissoni, Kasper Salto e Cecilia Manz. Comune alle due collezioni è un’espressione artistica scultorea che confonde le linee tra design e arte e unisce funzione e forma in modi senza precedenti, dando ad ogni opera una presenza e uno scopo significativi.
La filosofia aziendale di design riflette la sua storia e ispira la creazione di mobili nuovi, semplici, scultorei, originali e senza tempo’.Il design di Fritz Hansen è visionario e rende il massimo da materiali nobili; ogni dettaglio è attentamente studiato, il processo è completo e impeccabile e il colpo d’occhio finale è unico e immediatamente riconoscibile. Lo stile generale è internazionale ed elegante: ogni mobile è sofisticato a suo modo, ha una forte identità e la capacità di illuminare con discrezione qualsiasi tipo di spazio.
Oggi come nel 1872, il lavoro di Fritz Hansen è guidato dalla filosofia secondo la quale un singolo mobile può abbellire un’intera stanza o un edificio e contemporaneamente aumentare il benessere delle persone che abitano questi spazi. Con una forte presenza internazionale e una collezione in continua espansione di design iconici, Fritz Hansen continua il suo viaggio nel creare elementi d’arredo eleganti e discreti, che non compromettono mail il confort, e nel rafforzare la sua posizione nell’élite globale del design, del lusso discreto e dell’abitare contemporaneo.
Flos
Da cinquant’anni Flos crea oggetti di luce e accende generazioni di sogni, nasce infatti nel 1962 a Merano per volontà di Dino Gavina, genio del design italiano e grande scopritore di talenti.
Per Flos la luce è la materia con cui esprimere nuove idee e illuminare emozioni inesplorate.
La filosofia aziendale si può riassumere in questi passaggi: “Scriviamo il futuro, leggendo il nostro passato ed esprimendo l’oggi, in una continuità di sfide concrete e scelte audaci che hanno plasmato la nostra immagine e identità. La nostra storia ci ha insegnato a mantenere vivo il fuoco della provocazione con la ricerca di nuove poetiche della funzionalità”
Seguire l’istinto permette da sempre a Flos di creare prodotti che diventano icone, inventano tipologie e fissano nuovi archetipi.
Le strade progettuali percorse sono molteplici: Identificarsi con i maestri del design, come ad esempio i fratelli Castiglioni o Gino Sarfatti, che firmano alcune delle più famose lampade di design al mondo come Arco, Taccia, Toio…, ma anche scoprire continuamente nuovi talenti. Tutte le personalità più interessanti nel mondo del design, infatti, collaborano o hanno collaborato con Flos: da Philippe Starck a Marcel Wanders, da Jasper Morrison ai fratelli Bouroullec, da Michael Anastasiades a Nendo per citarne solo alcuni. I punti di forza del brand, che lo pongono sempre all’avanguardia, sono molteplici, tra questi, elemento raro per un’azienda di design contemporaneo: avere una grande autorevolezza tecnica e tecnologica e inserirsi nella cultura di massa.
La sperimentazione ha permesso a Flos di adottare materiali rivoluzionari, come in passato il cocoon, con il quale elaborò le prime lampade dei fratelli Castiglioni, e soluzioni tecnologiche più avanzate, rappresentate oggi dall’OLED e dai materiali sostenibili.
Proprio per questi motivi inventare nuovi linguaggi intorno alla luce significa per l’azienda indicare nuove estetiche e libertà del vivere, non dimenticandosi mai, nelle lampade di ieri e di oggi, di prendere sul serio gioco e ironia.
Sulla linea sottile che divide e unisce l’arte dal design, la produzione artigianale da quella industriale, la serie limitata da quella a grande scala, il pensiero del singolo da quello collettivo: È lì che Flos è ed è li che la possiamo trovare. Il catalogo di Flos è diviso in diversi settori per assecondare tutte le esigenze riguardanti la luce: una parte decorativa, comprendente le lampade domestiche disegnate dai più noti designers, una parte tecnica, per i sistemi di illuminazione ad alta definizione tecnologica per gli spazi pubblici, ed infine una parte dedicata all’esterno per illuminare, secondo le medesime caratteristiche estetiche e tecniche, terrazzi, giardini, piscine, strade, piazze…
Edra
Edra dedica da sempre grande attenzione alla ricerca di materiali inediti o da reinventare e di tipologie flessibili, capaci di trasformare il concetto creativo in progetto industriale.
L’intervento manuale altamente specializzato e raffinato, eredità genetica italiana coltivata con attenzione, caratterizza l’unicità della produzione. Le tecnologie utilizzate provengono da orizzonti illimitati, esplorati senza pregiudizio. High-tech che attinge da diversi settori industriali per integrarne l’input nel design senza necessità d’esibizione. Grande complessità tecnica che si traduce in estrema semplicità d’utilizzo. Tecnologia come potenziamento dei mezzi d’espressione, soluzione progettuale avanzata, innovazione.
L’intervento manuale è l’insostituibile apporto umano che distingue e caratterizza l’unicità dei risultati. L’indispensabile attenzione ai dettagli è frutto della sapienza manuale coltivata da anni d’esperienza. Manualità intrinseca che è parte del processo di lavorazione di ogni prodotto Edra e ne assicura l’eccezionale qualità. Una scelta evolutiva nel concepire la produzione seriale.
Nuove relazioni tra corpo e oggetti vengono esplorate. Il concetto di confort si trasforma, allargandosi a nuove possibilità e adattandosi a esigenze di vita quotidiana profondamente mutate. Livelli di confort prima irraggiungibili vengono conseguiti creando nuove forme e utilizzando diversi materiali.
I divani di Edra vengono considerati universalmente i più comodi ed ergonomicamente al mondo grazie alle competenze e all’estro di Francesco Binfarè, tra le personalità piùpreparate in materia nel mondo del design, artefice fin dagli anni ’60 della ingegnerizzazione dei migliori divani del design italiano. Le opere di Binfarè, per Edra sia designer che capo tecnicodel team di ingegneri per la realizzazione, sono divani senza tempo, dove la tecnologia, avanzatissima, ma invisibile, è al servizio dell’estetica: Flap, Standard, Sherazade, On The Rocks, Il Grande Soffice, Absolu, Essential, Pack…sono alcuni dei progetti ormai diventati iconici.
Un discorso a parte all’interno del catalogo Edra, viene riservato allo storico sodalizio con i fratelli Campana, celebri designers brasiliani del design internazionale. Il loro primo progetto per Edra è la famosissima poltroncina Favela, realizzata a mano in Brasile con gli scarti del legno. Ogni anni, ormai da decenni i fratelli Campana creano nuovi progetti per Edra, uniti sempre dalla forte creatività e da quella caratteristica nota ironica che li contraddistingue. Tra i progetti più noti, molti ormai parte delle migliori collezioni museali di design, si possono citare: il divano Cipria, le poltrone Sushi, Vermelha, Grinza, Corallo, i contenitori e i tavoli Brasilia, il letto Cabana…
La selezione di Edra, sempre alla ricerca di nuove collaborazioni internazionali, si completa con i progetti di Jacopo Foggini, maestro nella lavorazione del metacrilato, con a collezione di poltrone a forma di fiore del giapponese Masanori Umeda, Getsuen e Rose chair e con la poltrona Sponge di Peter Traag, realizzata grazie ad una evolutissima tecnologia.
Ecart
Ecart nasce nel 1978 a Parigi dalla volontà e lungimiranza di Anrée Putman, che decide coraggiosamente di riproporre alcuni designers dimenticati degli anni ’30 come ad esempio René Herbst, Jean-Michel Frank, Pierre Chareau, Michel Dufet, Mariano Fortuny, Robert Mallet-Stevens, Eileen Gray… cercando di riconquistare il grande pubblico con alcuni eterni capolavori in un periodo, gli inizi degli anni ’80, dove le tendenze del design e dell’interieur stavano prendendo ben altre strade. Già il nome vuole essere un manifesto di quello che si desidera proporre: Ecart come divario, come proposta diversa da tutto quello che stava dominando il mondo del design in quegli anni.
Nella mente della Putman non potevano essere dimenticati questi capolavori, frutto della progettazione di grandi architetti e designer e della realizzazione dei migliori artigiani francesi e in particolare parigini. Tutto infatti partiva da Parigi per poi interessare il mondo, fino agli stati Uniti d’America, dove la stessa Putman si occuperà dapprima del celebre Morgans Hotel di New York nel 1984 e poi di molti spazi pubblici e privati.
Come spesso amava dire lei stessa, dopo gli americani, finalmente i francesi e poi gli europei cominciarono ad amare il suo stile e le sue proposte eleganti e raffinate; le opere dei grandi maestri francesi degli anni’30 venivano proposte insieme a design anonimo sempre impeccabile, con colori e materiali spesso molto coraggiosi: il blu elettrico, il celebre damier bianco e nero (quasi un marchio di fabbrica)…
Molti volti noti e brand della moda francese, come Azzedine Alaia, Balenciaga e Karl Lagerfeld si affidarono alla Putman e agli arredi di Ecart per i loro negozi e atelier, ma anche alcuni uomini politici come il ministro francese della cultura Jack Lang per il suo ufficio nel 1984 o infine alcune grandi istituzioni come il museo CAPC di arte contemporanea di Bordeaux, per il quale Anrée Putman disegnerà una monumentale e iconica lampada da terra
Nel lavoro della Putman e nel catalogo Ecart, quasi un riflesso della sua personalità, i materiali definiti ricchi e preziosi, come la lacca nera o l’acciaio cromato, sono accostati a quelli semplici e poveri, come il cotone o il legno naturale, i colori più arditi sono messi in relazione con quelli più neutri, le forme più squadrate vengono alternate a linee più sinuose.
Il catalogo Ecart è ancora oggi diviso in 2 parti: una dedicata agli storici maestri francesi dell’architettura e degli interni degli anni ’30, molto amati dalla Putman, l’altra ai progetti disegnati dalla stessa Putman , come il divano Crescent Moon o la lampada da terra Lune, o a nuove collaborazioni e progettisti contemporanei. Tutta la produzione: mobili, tappezzeria e illuminazione, viene realizzata ancora oggi in Francia dai migliori artigiani, mentre i tappeti, come l’iconico esemplare in bianco e nero di Eileen Gray, vengono tessuti a mano in Nepal.
E15
e15 è sinonimo di coerenza, design rigoroso, unito a materiali di alta qualità e metodi di produzione artigianali innovativi. Come un marchio moderno di qualità che si rivolge ad un mercato globale per la casa e per il contract, il brand mantiene un approccio globale per gli interni, con una marcata visione architettonica portata avanti dal suo fondatore, l’architetto Philipp Mainzer, insieme alla designer e art director Farah Ebrahimi.
In stretta collaborazione con designer, architetti e artisti, e15 sviluppa prodotti originali e colti riferimenti artistici, che riflettono la filosofia del brand e il suo approccio aperto a culture e discipline diverse.
L’azienda prende il nome dal codice postale del suo primo laboratorio a Londra ed è stata fondata nel 1995 con una prima piccola collezione; una radicale nuova semplicità ha segnato questo debutto, lasciando un segno indelebile nella storia del design moderno con forme essenziali rese ancora più evidenti dal materiale solido e grezzo, il rovere massiccio non trattato. Il tavolo BIGFOOT ™ e lo sgabello BACKENZAHN ™ sono gli arredi più iconici di questa collezione, che ha stabilito una estetica nuova attraverso l’uso pionieristico del legno massello nella sua forma più pura.
Dalla Storica collezione del 1995 si sono alternati annualmente nuovi progetti, sempre sulla medesima traccia, arricchendo il catalogo con letti, librerie, scrittoi, sedie, poltrone, credenze, librerie, divani… e una linea di accessori ugualmente rigorosa. L’ utilizzo del rovere massiccio rimane al centro della produzione, recentemente affiancato dall’opzione del noce più scuro. Una menzione a parte merita la selezione e produzione tessile, realizzata per gli imbottiti quali i letti e i divani, creata dall’art director Farah Ebrahimi, che riprende in chiave moderna tradizioni tessili antiche di paesi diversi, rileggendoli con colori e geometrie contemporanee. Recentemente sono state inserite all’interno del catalogo le riedizioni di alcuni pezzi storici disegnati negli anni ’20 da Ferdinand Kramer, maestro tedesco dal tratto rigoroso ed essenziale, che si allinea perfettamente alle proposte contemporanee di e15.
DHPH
DHPH o Den Herder Production House è un produttore e distributore di prodotti fatti a mano e pezzi su misura. Dopo anni di lavoro esclusivamente con Maarten Baas, DHPH ha esteso questo formato collaborazione ad altri designer con la stessa filosofia. Le opere sono realizzate a mano nel nostro studio, in edizioni troppo piccole per giustificare la creazione di una linea di produzione e troppo tecnici e con troppa variazione estetica per essere esternalizzate. Questa disposizione ci da la possibilità di personalizzare i prodotti della collezione standard ed anche per realizzare progetti di grandi dimensioni.