Loading...

Autore: lucaluca

de padova

De Padova

La storia di De Padova attraversa tutti i decenni dagli anni ’50 in poi, con immutata eleganza e raffinatezza.

Negli anni ’50 Fernando e Maddalena De Padova iniziano la propria attività imprenditoriale importando mobili e oggetti scandinavi venduti nello showroom di via Montenapoleone a Milano. Per la prima volta il design del nord Europa arriva in Italia: la sua semplicità e il suo rigore diventano una nuova proposta possibile nel campo del design.
Negli anno ’60, durante un viaggio a Basilea, Maddalena De Padova scopre casualmente la Wire Chair di Charles Eames; nel giro di pochi mesi, Maddalena incontra l’azienda americana Herman Miller da cui ottiene la licenza di produzione per l’Italia dei prodotti disegnati da Charles Eames e da George Nelson. Viene fondata la ICF De Padova, con sede a Vimodrone che produrrà in Italia i mobili per ufficio Herman Miller. Da questo incontro Maddalena De Padova assorbe i segreti che costituiranno il cuore della sua filosofia: l’importanza del contesto ambientale da George Nelson, le “connections” da Charles Eames, il ruolo degli oggetti da Alexander Girard. Viene inaugurato il grande showroom in corso Venezia a Milano, straordinario spazio espositivo su tre livelli, dove il design diventa protagonista.

Dopo la morte di Fernando, Maddalena De Padova si occupa in prima persona dell’azienda, ne segue l’attività produttiva e la distribuzione; viene ceduta la ICF e fondata una nuova società che si concentra sull’edizione di nuovi arredi, il suo nome: Edizioni De Padova, poi semplicemente E’ De Padova. Vico Magistretti inizia in questi anni la sua lunga collaborazione con l’azienda disegnando una collezione di mobili da ufficio con la sua consuete eleganza; sarà l’inizio di un felice sodalizio che porterà ad arricchire il catalogo De Padova di molti capolavori entrati nella storia del design italiano: dalla sedia Silver, al tavolo Vidun, dal divano Pillow al contenitore Shigeto.

Achille Castiglioni progetta una serie di allestimenti per le vetrine che confermano l’unicità dello stile dell’azienda, delle vere messe in scena teatrali del design, dove le vetrine affacciate su corso Venezia diventano un palcoscenico unico sulla scena milanese e poi mondiale del design; allestimenti giocati sull’ironia, la creatività e la consapevolezza di voler raccontare una storia. Castiglioni progetta per la collezione anche alcuni pezzi di grande bellezza come ad esempio il tavolo 95 e lo scrittoio Scrittarello. Si unisce al gruppo Dieter Rams: Maddalena De Padova si innamora della sua libreria 606 e decide di produrre in alluminio per il mercato italiano: la libreria 606 rimane ancora oggi il miglio esempio al mondo di contenitore per riporre i libri.

Alla fine degli anni ’90 inizia la collaborazione con Renzo Piano per l’arredo della caffetteria del Centre Georges Pompidou a Parigi, cui seguono, tra gli altri, l’arredo del ristorante della Morgan Library a New York e la sede del Sole 24 Ore a Milano: tutti gli interni più eleganti, domestici o lavorativi si adattano perfettamente agli arredi del catalogo De Padova. Negli anni 2000 Maddalena De Padova riceve il Compasso d’Oro alla carriera e riapre lo spazio della ex fabbrica I.C.F., completamente ristrutturato ed ampliato, che diventa headquarter dell’azienda. Patricia Urquiola e Nendo entrano a far parte del team designers affiancando la storica collezione. Maddalena De Padova completa la fase di trasferimento della guida dell’azienda ai figli Valeria e Luca che la sviluppano ulteriormente dandole una struttura manageriale. Nell’ aprile 2015 la società viene acquisita da Boffi, che consente all’azienda un programma di distribuzione internazionale, con la passione e il patrimonio tutto italiano che li accomuna.
De Padova rimane saldamente un esempio della eleganza senza tempo italiana, dove un corretto equilibrio, un ottimo design e un grande rispetto per la tradizione progettuale italiana continuano ad arredare le case e gli spazi più raffinati degli italiani e ora anche di tutto il mondo, nel solco delle scelte, ancora attualissime, di Maddalena De Padova.

Sito

ClassiCon

ClassiCon

ClassiCon è un’azienda tedesca, con sede a Monaco di Baviera, che sfida il tempo, presentando un design che ha percorso i secoli senza perdere appeal e contemporaneità; il suo nome stesso è una crasi di “classico” e “contemporaneo” evidenziando fin dalle origini la sua duplicità, aspirando ad offrire pezzi di personaggi affermati che hanno fatto la storia mondiale del design dai primi del ‘900 come ad esempio Eileen Gray e Eckart Muthesius, ma anche a promuovere il design contemporaneo e presentare esempi di design nuovo dalla qualità e dalla forma avanzate, conferendogli la designazione “classica”. Il marchio è sinonimo di alta qualità, forte individualità ed estetica senza tempo, fuori dalle mode passeggere. Gli oggetti di Classicon sono pezzi senza tempo, abbinabili in qualsiasi contesto domestico o lavorativo, con una forte personalità, ma fuori dalle tendenze più fugaci del mondo del design.

Molte le collaborazioni con giovani designer internazionali, con i quali l’azienda instaura un sodalizio duraturo che procede con il passare degli anni, creando una storia progettuale legata ad ogni singolo designer. Il sodalizio più intenso e produttivo è sicuramente quello con il designer di Monaco Konstantin Grcic, che, fino dai primi progetti con l’azienda, ha incluso raffinati riferimenti all’iconico lavoro progettuale di Eileen Gray: i progetti di Konstantin Grcic, poi diventato star mondiale del design contemporaneo, so frutto di attenti ragionamenti sull’ergonomia e sul modo di vivere contemporaneo, con colte citazioni ai maestri del design in una rilettura mai banale o polverosa.

I progetti di Eileen Gray sono tutti prodotti e presenti all’interno del catalogo Classicon , che è licenziataria mondiale di Aram Design Ltd: all’inizio degli anni ’70 Eileen Gray iniziò a collaborare con il produttore Zeev Aram per sviluppare i suoi mobili e le sue lampade per la produzione in serie. Nel 1973 infine la designer firmò un contratto mondiale con Aram Design a Londra per portare tutti i suoi progetti in produzione per la prima volta. La Classicon è quindi licenziataria esclusiva di tutta la collezione Aram di Eileen Gray.

La qualità è un elemento fondamentale per l’azienda tanto che ogni pezzo viene marcato e numerato in modo indelebile e consecutivo, come testimonianza concreta e visibile dell’attenzione riportata alla produzione di ogni singolo esemplare. La firma Classicon garantisce quindi l’utilizzo nella produzione di materiali e metodi di alta qualità, con il rispetto di tutti i requisiti ecologici; il controllo di qualità della produzione è altissimo. Il logo e la numerazione progressiva offrono la garanzia che ogni edizione limitata è una replica autentica dell’originale, realizzata con il consenso dei titolari dei diritti e nel rispetto assoluto dell’originale stesso.

Alta qualità e arredi senza tempo, sono dunque i punti chiave della filosofia ClassiCon, che può vantare la presenza dei suoi elementi d’arredo in numerosi musei europei e internazionali del design.

Sito

carl hansen & son

Carl Hansen

Carl Hansen, azienda danese nata nel 1908, è stata una delle prime realtà industriali a credere nella complicità tra artigianato e produzione seriale. Oggi come un tempo, producono sedute, divani, librerie e tavoli di legno ispirati al design d’epoca.

Artigianato può essere un sacco di cose. Per noi, è tutto ed è stato così fin dal 1908, quando Carl Hansen ha fondato la sua azienda a Odense, in Danimarca. Carl Hansen ha fondato la sua azienda su una forte convinzione: eccezionale maestria e la produzione in serie razionale potrebbe andare mano nella mano per fornire ai clienti mobili di alta qualità  ad un prezzo ragionevole. Oggi, continuiamo a costruire su questo semplice ma forte idea. Uniamo le tecniche di lavorazione del legno tradizionali con le ultime tecnologie per la produzione di mobili di durare value.

La maggior parte dei mobili che producono oggi è stato progettato da importanti architetti danesi nel 1930 e fino al 1960, ma il progetto, la visione e l’artigianato dietro ogni mobile è ancora rilevante oggi come lo era allora. Se non ancora di più oggi. Questo è il motivo per cui il nostro impegno a lavorare con i migliori materiali e le migliori designer ha e sarà  sempre fondamentale per Carl Hansen & Son. A Carl Hansen & Son, sentono una grande responsabilità  di mantenere  questa idea sostenibile in vista della produzione di mobili con una lunga vita, fatti di legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile e trattati in un modo che sia più delicata possibile per l’ambiente. I nostri artigiani qualificati continuano a lavorare con lo stesso orgoglio e la dedizione, ed è questa passione che ci aiuta a mantenere la stessa elevata qualità  in ogni pezzo di arredamento che lascia la nostra fabbrica in Gelsted. Dietro ogni mobile sta visione, un’attenta riflessione e sapienza artigianale. Ecco perchè diciamo che ogni pezzo viene fornito con una storia. E ci auguriamo che goderselo lo renda una parte anche della tua.

Sito

cappellini

Cappellini

Cappellini è una storica azienda familiare italiana di design, fondata a Carugo nel 1946 da Enrico Cappellini. Sinonimo di originalità, contemporaneità e sperimentazione, il brand Cappellini produce elementi d’arredo di qualità, mai banali e in grado di arredare ogni spazio residenziale e contract.

Nata come azienda artigianale, le collezioni si caratterizzano per la raffinata semplicità e personalità, dettata dalle grandi firme del design internazionale, scoperte proprio dal talent scout e designer aziendale Giulio Cappellini. Si parla di Jasper Morrison, Marc Newson, Tom Dixon, Marcel Wanders, i fratelli Bouroullec e Nendo, progettisti di opere come Cloud, Knotted Chair, Embryo Chair, Pylon Chair e molte altre, diventate oggi icone del brand internazionalmente riconosciute ed esposte nei più importanti musei del mondo quali ad esempio il Victoria & Albert Museum di Londra, il Moma di New York e il Centre Pompidou di Parigi.

Il talento dell’architetto Giulio Cappellini nel fiutare le nuove tendenze, capire in anticipo l’evoluzione dell’abitare e scoprire prima fra tutti nuovi designers nel panorama internazionale, ha reso la collezione Cappellini unica, variegata e cosmopolita. Nel catalogo Cappellini si possono rintracciare tutte le più significative evoluzioni del design degli ultimi 50 anni: dai progetti apparentemente irriverenti di denuncia e riflessione di Alessandro Mendini, come l’iconica poltrona Proust, fino alla poesia e leggerezza delle opere del designer giapponese Shiro Kuramata, del quale la Cappellini detiene i diritti esclusivi per tutto il mondo.
Da segnalare ancora il lungo, costante e importante sodalizio con il designer britannico Jasper Morrison, che ogni anni crea nuovi progetti per il brand con il consueto tratto minimale ed elegante che lo contraddistingue: il rapporto professionale e di amicizia tra Jasper Morrison e Giulio Cappellini risale a molti decenni fa, quando quest’ultimo decise di mettere in produzione e in catalogo il progetto della tesi di laurea di Jasper Morrison: la poltrona in metallo da esterno e da interno dalle forme sinuose e da nome poetico: Thinking man’s Chair.
La casa secondo Cappellini può essere colorata, estrosa, contemporanea, ma anche minimale, borghese e rassicurante, traducendo in modo flessibile ogni esigenza di arredamento contemporaneo, non potendosi alcun confine o limite.

Sito

Artek, design moderno, architettura, arte, arredamento

Artek

Artek è stata fondata nel 1935 da quattro giovani idealisti Alvar Aalto e sua moglie Aino, con Maire Gullichsen, figlia di un importante magnate finlandese del legno e suo marito Nils-Gustav Haha ricco uomo d’affari e colto collezionista; il suo nome fonda insieme i 2 elementi essenziali secondo i suoi fondatori: arte e tecnologia.
La strategia di business della società è molto chiara fin dall’inizio: ” vendere mobili e promuovere una cultura di vita moderna con l’ausilio di mostre e altri mezzi educativi”. I fondatori auspicano un nuovo tipo di ambiente per la vita di tutti i giorni, credendo fermamente in una grande sintesi delle arti e volendo fare la differenza in architettura e nel design, nonché nella pianificazione urbanistica.
Grazie a questa sofisticata ditta Alvar Aalto potè evitare l’inflazione e la massificazione dei suoi progetti, che considerava preziosi come litografie: le sue opere dovevano essere non troppo numerose, per contenere gli effetti, e non troppo limitate , per non valorizzarle in un senso troppo artistico. Tutti i lavori di Aalto vennero realizzati dalla Artek, spesso in seguito a vere e proprie esigenze, ovvero il fatto di dover arredare i suoi progetti architettonici, come nel caso della poltrona Paimio, realizzata per l’omonimo Sanatorio o lo sgabello Viipuri per l’omonima biblioteca. Aalto per i suoi progetti parte sempre dalle tecniche di costruzione degli sci da neve, prodotto molto utilizzato in Finlandia, arrivando a sfruttare oltre alla piegatura del legno con il vapore, tecnica già utilizzata da Thonet, anche l’umidità naturale del legno di betulla finlandese.
Particolarmente celebri i suoi sgabelli, che hanno subito una variazione significativa con l’avanzare del tempo: negli anni ’40 il modello era composto da 4 gambe e un sedile opposto a loro, unito con delle viti, negli anni ’50 invece i sostegni in compensato erano disegnati in modo da aprirsi superiormente a ventaglio da formare il piano del sedile (o del tavolo), come succede in natura per alcune conformazioni organiche e vegetali, senza l’ausilio di viti.
La moglie di Alvar Aalto, Aino Marsio Aalto, è stata per molti anno direttrice artistica dell’azienda, disegnando lei stessa alcuni oggetti di grande eleganza come bicchieri, vasi e piccoli accessori, ma anche tessuti grafici e dai colori assoluti bianco e nero.
Oggi Artek è rinomata per essere una delle realtà più innovative e all’avanguardia per il design moderno, con la creazione di nuovi percorsi tra design, architettura e arte. La collezione comprende mobili, illuminazione e accessori dai maestri nordici Alvar Aalto, Ilmari Tapiovaara, Tapio Wirkkala, Eero Aarnio e Yrjö Kukkapuro, ma anche collezioni contemporanee come i progetti dei fratelli Bouroullec.

Sito

Cassina

Cassina

La Cassina è stata fondata nel 1927 a Meda, nel cuore della Brianza, dai fratelli Cesare e Umberto Cassina, inizialmente per la realizzazione delle forniture delle grandi navi da crociera, tra le quali la celebre Andrea Doria, gli interni della quale furono progettati dall’architetto Gio Ponti. Inizia quindi un storico sodalizio tra la Cassina e Gio Ponti, consolidatosi negli anni ’50, che porterà alla realizzazione di molti capolavori del design italiano, tra questi la sedia denominata “Superleggera” , dal peso di 1,66 kg, una intelligente e colta rilettura della famosa sedia Chiavarina, realizzata sulle colline liguri.
Dopo e contemporaneamente a Gio Ponti inizieranno a collaborare con la Cassina giovani e promettenti progettisti italiani, come Mario Bellini, Achille Castiglioni, Vico Magistretti, appartenenti a quella che viene riconosciuta ormai universalmente come la scuola milanese; grazie al coraggio e al fiuto di Cesare Cassina l’azienda inizia ad identificarsi come laboratorio del migliore design italiano, con un’attenta ricerca di tecnologie sempre nuove, messe a disposizione dei progettisti, e con una costante analisi dei cambiamenti degli stili di vita e dei modi di abitare.
Contemporaneamente a questa attività di ricerca e di collaborazione con designer contemporanei, la Cassina, grazie alla lungimiranza e alla perseveranza di Filippo Allison, porta avanti un discorso filologico di riesame, riscoperta e riproduzione di maestri storici del design italiano e internazionale. Nasce quindi un catalogo indipendente, denominato “I Maestri” da affiancare a quello contemporaneo, dove trovano spazio le proposte di Le Corbusier, Charlotte Perriand, Gerrit Rietveld, Frank Lloyd Wright, fino alle recenti acquisizioni degli archivi e dei diritti delle opere di Franco Albini e di Marco Zanuso. L’azienda, per portare avanti in maniera corretta e filologica questo progetto, si avvale della collaborazione delle Fondazioni preposte, ove siano state create come nel caso della Fondazione Le Corbusier, o degli eredi diretti.
In anni più recenti la Cassina ha sperimentato la collaborazione con progettisti contemporanei di varie provenienze, come il francese Philippe Starck, l’italiano Piero Lissoni o la spagnola Patricia Urquiola, mantenendo sempre quel filo conduttore della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione nel mondo dell’abitare. I progetti più recenti, dopo l’uscita di scena della famiglia Cassina, vengono affidati a direttori artistici, come l’attuale Patricia Urquiola, che tentano di dare una interpretazione del mondo Cassina, rileggendo anche alcuni classici con l’inserimento di colori e finiture nuove.
Il catalogo dedicato ai Maestri, ogni anno arricchito con nuovi progetti con il beneplacito delle Fondazioni e degli eredi, rimane l’esempio più brillante, e commercialmente vincente, di come il design storico possa sopravvivere a molti sperimentazioni talvolta non necessarie. Un esempio di questo arricchimento è il dialogo portato avanti dell’azienda con Pernette Perriand, figli di Charlotte Perriand, che ha permesso la riscoperta della figura di questa grande progettista, erroneamente messa in ombra dal maestro Le Corbusier, e di molti suoi progetti poco conosciuti dal grande pubblico.

Sito

1 6 7 8