Memphis-Milano è il grande fenomeno culturale degli anni ’80 che ha rivoluzionato le logiche creative e commerciali nel design. Nato a Milano nel 1980 dall’idea di Ettore Sottsass e un gruppo di giovani designer e architetti, negli anni diventati famosi designer della scena internazionale, Memphis ha rovesciato tutti i parametri esistenti, proprio perché il suo obbiettivo era la rottura dello status quo dell’industria del design.
Anche nel mondo del tessile Memphis ha lasciato una forte impronta, diventando un simbolo di New Design; la sua influenza è stata immensa nella storia del design ed è ancora oggi molto forte in diversi settori della produzione e non solo: la sua estetica è stata ripresa e abbracciata in diversi campi artistici negli ultimi anni e i suoi tessuti sono diventati fonte di ispirazioni per molti fashion designers e case di moda. Nell 2014 American Apparel ha lanciato una collezione disegnata dalla stessa Nathalie du Pasquier, Valentino si è ispirato al design del collettivo per la sua collezione del 2017, e recentemente Adidas ha lanciato le scarpe “ZX Memphis”.
L ’interesse nei confronti di Memphis è stato sempre piuttosto alto anche in anni precedenti, come dimostra ad esempio la collezione primavera/estate del 2005 di MiuMiu , dove furono utilizzati i pattern di Nathalie du Pasquier, ma è solo negli ultimi anni che è tornato con forza sotto i riflettori, complice l’aumento dell’interesse nei confronti del design italiano e la rivalutazione degli anni ’80, da sempre considerati emblema di un gusto coraggioso. Lo spirito di Memphis è inoltre tornato a influenzare nell’ultimo periodo, molti altri campi creativi nel mondo digitale con la comparsa di pattern geometrici e colorati su poster, video e siti web.
Negli anni molti giovani designer sono passati per il collettivo, provenendo da paesi e culture diverse e portando tutti il loro personale contributo nel contesto di un manifesto comune; tra essi Martine Bedin, Andrea Branzi; Aldo Cibic, Michel Graves, Nathalie du Pasquier, Peter Shire, Javier Mariscal, George Sowden, Alessandro Mendini, Matteo Thun, Masanori Umeda, Arata Isozaki, Shiro Kuramata, Marco Zanuso jr e molti altri.
La parte tessile è stata però curata unicamente dallo stesso Ettore Sottsass e da Natalie du Pasquier, che hanno realizzato tessuti sorprendenti, secondo le medesime regole estetiche delle altre collezioni di arredi, lampade e oggetti. I tessuti sono in cotone, alti 140, per realizzare rivestimenti di poltrone e divani, cuscini, coperte e tovaglie, ma anche pannelli decorativi. Nel 1983 Ettore Sottsass ha disegnato “Schizzo”, “Latreset” e “Rete” ciascuno in due varianti di colore. Nathalie du Pasquier ha declinato le sue sperimentazioni pittoriche in alcuni tessuti coloratissimi e molto originali, carichi di energia e dinamismo: “Mali” e “Burundi” del 1981, “Zambia” “Zairend” e “Gabon” nel 1982 e infine “”Cerchio” nel 1983.