Loading...

Tag: ferrero1947

Christien Meindertsma

Christien Meindertsma

Christien Meindertsma

Christien Meindertsma nasce a Utrecht nel 1980 e si diploma alla prestigiosa Design Academy di Eindhoven nel 2003; il suo lavoro esplora a fondo la vita dei prodotti e delle materie prime. In alcuni casi, il risultato dei suoi progetti potrebbe essere la registrazione di un processo stesso, in altri, le sue indagini portano a prodotti commerciali; indagini accurate e documentazione, temi della produzione locale e risorse sottoesposte caratterizzano il suo lavoro.

La designer cerca di rivelare i processi che sono diventati distanti nell’industrializzazione e incoraggiare una comprensione più profonda dei materiali e dei prodotti che ci circondano. Il suo primo lavoro è stato un libro intitolato Checked Baggage del 2004, dove Meindertsma ha acquistato un container riempito con una settimana di oggetti confiscati ai controlli di sicurezza nell’aeroporto di Schiphol, meticolosamente classificati e fotografati, arrivando a 3267 articoli. Più tardi, il suo libro PIG 05049 del 2007 ha documentato tutti i prodotti realizzati con un solo maiale, esplorando la connessione tra materie prime e prodotti di uso quotidiano che ci circondano, rivelando una rete tra fonte e consumatore che è diventata sempre più invisibile.

Un altro progetto documentario chiamato Bottom Ash Observatory del 2015 ha coinvolto Meindertsma nel setacciare un secchio di inceneritore Bottom Ash, un sottoprodotto abbondante e fino a poco tempo fa svalutato dell’incenerimento su larga scala dei rifiuti domestici, per rivelare e presentare i preziosi materiali all’interno; questo progetto è confluito in un prezioso libro e una serie a edizione limitata di immagini.

Opere come il Flax Project del 2012, e le sue numerose discendenze, sono anch’esse tipiche del suo approccio: Meindertsma ha acquistato un intero raccolto di un coltivatore olandese di lino con l’ambizione di esplorare come i prodotti del lino potrebbero rimanere prodotti localmente; ne è derivata una straordinaria collezione di oggetti come lampade, tappeti, pouf, sedie, tessuti.. realizzati unicamente con questa partita di lino olandese, lo stesso utilizzato per le cime nel porto di Rotterdam.

Molti studiosi e politici olandesi hanno quindi invitato Christien Meindertsma a trasformare il suo metodo particolarmente investigativo di progettazione e documentazione su un argomento specifico, esplorando argomenti di vasta portata come Forestry nella regione di Flevopolder nei Paesi Bassi, il rapporto tra porcellana giapponese e lino olandese e il paesaggio del nord del Canada. Il lavoro della designer è nella collezione del MOMA di New York, del Victoria & Albert Museum di Londra e del Vitra Design Museum di Weil am Rein. Tra i numerosi premi e riconoscimenti: tre Dutch Design Awards nel 2008 e un Index Index nel 2009 per il progetto PIG 05049; la sedia Flax ha vinto il Dutch Design Award e Future Award nel 2016.

Sito

Boda Horak

Boda Horak

Boda Horak

Boda Horak compie gli studi di architettura e interior design presso il College di Arte, Architettura e Design a Praga, dove si laurea nel 1980 e pochi anni dopo, nel 1987, è uno dei co-fondatori del leggendario gruppo di progettisti “ATIKA”, molto osannato dalla critica e dal pubblico; molto presto diventa uno dei principale esponenti europei di quello riconosciuto come il movimento post-modernista degli anni 1980. Secondo molti critici mentre in Italia si manifestava il movimento Memphis con Ettore Sottsass e gli altri suoi collaboratori, a Praga, seguendo un percorso ideologico ed estetico molto simili, si metteva in luce la figura di questo designer.
I suoi lavori, caratterizzati da un’impeccabile artigianalità e da un senso plastico di grande spessore sono di tipologie e dimensioni molto differenti: dal bicchiere al candelabro, dalla sedie al divano. Tutti questi pezzi sono caratterizzati da un’estetica molto forte, a tratti monumentale e drammatica, sempre di grande impatto e fuori dai tracciati abituali del design,
Dal 1993 l’artista inizia a collaborare con la società tedesca Anthologie Quartett, che intuisce per prima il suo grande talento, creando una linea di successo di prodotti di design che hanno contribuito a definire lo stesso stile distintivo della società. I progetti di Horak sono tutti unici, mai uguali, scultorei, ma attenti all’utilizzo, all’ergonomia e alla praticità: quelle che sembrano delle preziose sculture, si rivelano sedie molto comode o divani perfettamente utilizzabili.
Nel 2012 il designer inizia un nuovo progetto, lavorando insieme con lo scultore del vetro di design Vladimíra Klumpar e creando una collezione di oggetti, tra i quali vasi, candelabri e bicchieri, di grande raffinatezza. A questa segue una nuova linea di oggetti di illuminazione, che comprende monumentali lampadari , ma anche piccole lampade di grande atmosfera.
Nello stesso anno Boda Horak inizia la collaborazione con aziende vetrarie Rückl cristallo A.S, Bomma, PRAGER Kunstsalon e dal 2013 con alcune gallerie d’arte: la galleria KREHKY, PRAGA KABINET e TIME ART AVANTGARDESIGN in Germania.
Boda Horak partecipa a prestigiose mostre in alcune famose gallerie internazionali come Binnen ad Amsterdam, Jannone a Milano, Ferrero1947 a Torino, dadriade a Roma, la Galleria Moss a New York, la galleria Limn a San Francisco, UNICA Las Vegas, ecc… Le sue opere sono regolarmente pubblicate in patria e all’estero, in molte riviste e libri d’arte e sono anche esposte nei più famosi musei di design e arte applicata del mondo e in alcune collezioni private.

sito

Davide Medri

Davide Medri

Davide Medri nasce a Cesena il 7 agosto 1967 e si laurea presso le Belle Arti di Ravenna, l’Istituto d’Arte del Mosaico e il Albestainer Mosaico Scuola Professionale, considerata una delle migliori scuole al mondo per l’insegnamento della tecnica del mosaico.

Dopo varie esperienze artistiche e nel mondo del design, nel 1997 il designer inizia la produzione dei mosaici a specchio, interamente realizzati a mano con estrema minuziosità. Subito questi oggetti altamente decorativi, frutto di una estetica marcata a tratti massimalista, diventano delle icone del design, desiderate in tutto il mondo; le forme sono molteplici, unite o scomposte a formare diverse composizioni, squadrate o curve, in specchio naturale, oro o in vetro nero per un effetto sempre molto spettacolare.

L’operato è totalmente artigianale e ogni singolo pezzo di vetro è fissato a mano garantendo l’alta qualità; ogni opera d’arte e di design è unica.

Parallelamente agli specchi, ai pannelli e alle grandi cornici il designer crea anche tavoli, tavolini, consolle e lampade con le stesse caratteristiche, unendo al mosaico di vetro o di specchio l’ acciaio inox, in un piacevole gioco di lucido-opaco e chiaro-scuro. Tra questi arredi si possono citare i tavolini conici con interno in mosaico illuminato dalla luce, il lungo tavolo in acciaio con inserti in mosaico e le famose lampade aggregabili ad anelli in mosaico a specchio luminoso.

Gli specchi e le sue grandiose cornici rimangono, a molti anni di distanza dalla loro prima comparsa, il prodotto più ingegnoso, originale e riconosciuto di Davide Medri, definito ormai “il re del mosaico di specchio”. In anni più recenti alla celebre tipologia di specchi in mosaico, si è aggiunta una nuova collezione ironica e molto decorativa, composta da grandi specchi dalle sembianze ingigantite di segnali stradali, reali o immaginari. Questa collezione, apparentemente ludica, non deve trarre in inganno: ogni esemplare è realizzato totalmente a mano, dipingendo, come su un quadro, il segnale stradale con i suoi relativi simboli e colori.

Sito

Dick Van Hoff

Dick Van Hoff

Dick van Hoff nasce ad Amsterdam nel 1971 e si diploma alla Scuola d’Arte di Arnhem nel 1996, ora con sede a est dei Paesi Bassi.
Dopo il diploma inizia subito a progettare con il suo nome, aprendo un piccolo studio, che segue tutta l’evoluzione del progetto, dalla prima fase progettuale a quella della produzione; in tutti questi anni Van Hoff ha prodotto un flusso costante di oggetti di squisita fattura.
Attraverso il proprio lavoro di designer e come professore-tutor presso la Design Academy di Eindhoven, Dick van Hoff continua a svolgere un ruolo importante nel plasmare il futuro di molti giovani talenti olandesi e di quello che viene definito “Droog design thinking”. La sua promozione dell’artigianato fine accoppiato con tecniche industriali forgia un rinnovato interesse per i canoni moderni di forma, funzione e adeguatezza.
Il designer incarna valori universali in prodotti moderni che sembrano esistere da secoli: funzionalità, qualità e relazione tra utente e prodotto danno forza ai progetti; su una sedia di Dick van Hoff ci si siederà sempre bene, una sua lampada illuminerà sempre in maniera impeccabile il punto desiderato, il suo porta-legna in cuoio sarà comunque tra i migliori contenitori esistenti per la legna da affiancare al camino… Il funzionamento è più importante dell’estetica, ma ciò non significa che la forma segua la funzione; i disegni sono presenti, sono solidi e convincono proprio per il loro potente linguaggio visivo, sono icone che catturano il cuore.
Spesso robusti nella forma, ma sottilmente dettagliati, sono oggetti senza tempo, dove la loro presenza risulta ovvia, il loro posto nella casa logico e piacevole come un buon amico.
La personalizzazione industriale garantisce un modo di produzione intatto e penetrante in cui la qualità, la finitura e la scelta dei materiali sono fondamentali; i disegni sono realizzati con amore: amore per il prodotto, il processo decisionale, l’utente e la professione. Sia che il design sia prodotto industrialmente o manualmente, la perfezione e la maestria sono sempre molto visibili.
Il lavoro di Dick van Hoff è rappresentato nella collezione permanente del Boymans van Beuningen di Rotterdam, del Fond National d’Art Contemporaine, di Parigi e del Centraal Museum di Utrech.

Sito

Fratelli campana

Fratelli Campana

Humberto (1953) e Fernando (1961) Campana sono nati a Brotas, una città a 250 chilometri da São Paulo, con un’ economia basata sull’ agricoltura, trovandosi in una regione con abbondanti risorse naturali. Fino al loro trasferimento a São Paulo per iniziare i loro studi universitari, entrambi i fratelli vivevano in famiglia, Il padre era un ingegnere agronomo e la madre un’ insegnante di scuola elementare, in una casa senza pavimento e con un vasto cortile circondato da alberi da frutta e ruscelli che scorrevano verso le cascate nella regione di Brotas.

Humberto si è laureato in giurisprudenza, ma non appena presa la laurea ha ufficialmente iniziato a perseguire quello che era stato il suo principale interesse da quando era un bambino: le infinite possibilità dell’arte artigiana. Negli anni ottanta ha aperto un piccolo studio di prodotti artigianali.

Laureato in architettura, Fernando era interessato alla ricerca di metodi alternativi nella produzione del design, appassionandosi per Le Corbusier e la potenza comunicativa e la sintesi lineare di Oscar Niemeyer così come per la realizzazione di oggetti in piccola scala. Dopo la laurea ha collaborato alla XVII edizione della Biennale d’ Arte a São Paulo., fino a quando alla fine del 1983, Humberto gli ha chiesto di aiutarlo per la consegna di un grosso ordine. Da quel momento, sono diventati tra le più celebrate figure del design contemporaneo.

Sono riconosciuti per i loro contributi alla lettura non convenzionale di nuovi oggetti insieme ad un fattivo apporto per un cambiamento della vita quotidiana. La prima mostra dei Campana è stata allestita nel 1989 alla Nucleon Galery di São Paulo; la collezione di sedie in ferro è stata chiamata ‘ Desconfortáveis’ , una ricca selezione di pezzi unici che parlano di un aspetto artistico, l’ errore e la poesia presente nel disagio.

Dagli anni ’90 in poi hanno portato il loro tratto eclettico e unico, molto riconoscibile, in giro per il mondo, partendo sempre dalle loro radici, dalle tradizioni del loro paese e dell’artigianato locale. Si sono recati nelle favelas per scoprire le tecniche apparentemente casuali di stratificazione architettonica e si sono avventurati nella giungla amazzonica per creare oggetti dai colori caleidiscopici con i materiali più diversi: resine, pelli riciclate, rami e fibre naturali. Tra i loro molteplici successi, realizzati dallo Studio Campana o, in edizione limitata, dalla italiana Edra, si possono citare: la poltroncina Favela, il divanetto Corallo, le poltrone Anemome e Sushi, il tavolo Brasilia…

Nel 2009, dieci anni dopo la mostra che li ha lanciati, i Fratelli Campana sono stati scelti dal Vitra Design Museum, in Germania, per la celebrazione dei dieci anni dalla sua fondazione. Humberto e Fernando Campana sono stati insigniti con lo Special Prize al Museu da Casa Brasileira , nel 2001, e nominati Designer of the Year, dal Design Miami nel 2008.

Hella Jongerius

Hella Jongerius

Hella Jongerius nasce in Olanda nel 1963; nel 1993, dopo essersi laureata all’Accademia di design industriale di Eindhoven, fonda lo studio Jongeriuslab, dove vengono sviluppati progetti indipendenti e collaborazioni con i principali clienti, tra cui la società di tessuti per arredamento Maharam, il design degli interni della sala dei delegati della sede delle Nazioni Unite a New York, la cabina interna per la compagnia aerea KLM e l’installazione “Color Recipe Research” a seguito dell’ invito del curatore Hans Ulrich Obrist per il MAK d Vienna.

Il lavoro di Hella Jongerius combina il tradizionale con il contemporaneo, le più recenti tecnologie con tecniche artigianali secolari, mirando a creare prodotti con carattere individuale includendo elementi artigianali in un processo di produzione industriale. La designer vede il suo lavoro come parte di un processo senza fine, e lo stesso è essenzialmente vero per tutti i disegni di Jongeriuslab, che possiedono il potere della fase finale. L’incompiuto, il provvisorio e il possibile risiedono nell’attenzione alle imperfezioni, tracce del processo di creazione e potenziale rivelato di materiali e tecniche. Con questo metodo di lavoro, Jongerius non celebra solo il valore di processo, ma coinvolge anche lo spettatore, l’utente, nella sua indagine.

Dal 2012, Jongerius è direttore artistico della compagnia di tappeti Danskina e dal 2007 direttore artistico di colori e materiali per Vitra; i progetti recenti includono la pubblicazione del libro “Non ho un colore preferito” per Vitra del 2016, la mostra “Breathing Colour” sulla sua ricerca del colore per il Design Museum di Londra del 2017, nonché una mostra e una pubblicazione di accompagnamento “Oltre il nuovo. On the Agency of Things “ con Louise Schouwenberg per il Pinakothek der Moderne, Die Neue Sammlung di Monaco nel 2017.

Molti dei prodotti di Jongerius si trovano nelle collezioni permanent idi importanti musei come il MoMA di New York, il Victoria e Albert Museum di Londra e Boijmans van Beuningen Museum di Rotterdam.

Sito

Video

Video

Irma Boom

Irma Boom

Irma Boom è una graphic designer di Amsterdam, specializzata nella fabbricazione di libri: attraverso il suo uso di formati sconosciuti, materiali, colori, strutture e tipografia la designer riesce a trasformare il libro in un’esperienza visiva e tattile di grande fascino. La sua passione per i libri nasce fin da piccola e si nobilita attraverso gli studi.

Irma Boom infatti studia graphic design presso l’AKI Art Academy a Enschede e dopo la laurea lavora per cinque anni presso l’Editoria e Stampa Ufficio del Governo olandese a L’Aia, dove riesce ad arricchire le sue conoscenze teoriche con una quotidiana pratica molto intensa. Nel 1991 fonda lo studio “Irma Boom Office”, che opera a livello nazionale ed internazionale sia nel settore culturale sia in quello commerciale. Tra i suoi clienti: il Rijksmuseum di Amsterdam, Paul Fentener van Vlissingen, Inside Outside, Museo, Boijmans Van Beuningen, Zumtobel, Ferrari, Vitra internazionale, NAi Publishers, Nazioni Unite, OMA / Rem Koolhaas, Koninklijke, Tichelaar, e Camper.

Dal 1992 Boom è stata un critico alla Yale University negli Stati Uniti e tiene conferenze e workshop in tutto il mondo, essendo considerata tra le più autorevoli menti nel campo dell’editoria e della grafica d’ autore. Le sono infatti stati destinati numerosi premi per i suoi disegni dei libri ed è stato il vincitore più giovane di sempre a ricevere il prestigioso premio Gutenberg per la sua opera. Per cinque anni ha lavorato sul “2136 pagine SHV-. The Think Book”, che è stato pubblicato in inglese e cinese ed è considerato il suo capolavoro editoriale.

Il suo progetto per ‘Tessitura come metafora’ dell’artista americano Sheila Hicks è stato considerato dalla Fiera del Libro di Lipsia come‘il più bel libro al mondo’. I suoi libri sono stati esposti in numerose mostre internazionali e sono anche rappresentati nelle collezioni del Museum of Modern Art di New York. La sua collezione di carte da parati, che riprende le immagini, scansione e verticalizzate, dei continenti patrimonio dell’Unesco, sono dei veri capolavori artistici, che riprendono gli stessi concetti e lo stesso modo di lavorare e rappresentare le idee dei suoi preziosi libri.

Sito

Video

Maarten Baas

Maarten Baas

Maarten Baas nasce il 19 febbraio 1978 ad Arsberg in Germania e dal 1979 cresce a Burgh-Haamstede e Hemmen situato nel sud-ovest dei Paesi Bassi; dopo il diploma di scuola superiore, studia presso la Design Academy di Eindhoven nel 1996 e durante gli studi si appassiona alla sperimentazione su materiali e tecniche per analizzare il comportamento dei materiali stessi, che lo portano alla famosa e iconica collezione “Smoke”, costituita da arredi, iconici e non, bruciati attraverso un particolare procedimento, che permette di cristallizzare le forme durante la combustione.

Nel 2005 Baas inizia a collaborare con Bas den Herder, suo partner di produzione: la maggior parte dei suoi disegni sono fatti a mano in studio “DHPH” a Hertogenbosch, nei Paesi Bassi. Nascono da questo rapporto altre importanti collezioni come ad esempio nel 2006 la “Clay Collection”: sedie, tavoli, lampade, ventilatori, tavolini, poltrone…realizzate a mano in una particolare resina colorata in massa, con un effetto finale sorprendente, quasi infantile e provvisorio, come gli oggetti in pongo dei bambini; il successo è enorme e lancia il designer sul panorama internazionale del mondo del design d’autore.

Bass diventa uno dei più influenti designer olandesi degli inizi del 21 ° secolo, ricercato da Musei, collezionisti privati e clienti esclusivi come Louis Vuitton, Swarovski, Dior, Gramercy Park Hotel, Dom Ruinart e Berluti.

Maarten Bass è spesso descritto come un “designer autore”, le sue opere si trovano ai confini tra arte e design; il suo lavoro è conosciuto come ribelle, giocoso, intellettuale, teatrale e artistico, maturando una posizione autonoma nel campo del design, variando in molteplici settori e discipline diverse: progetti concettuali, edizioni limitate, di progettazione di produzione, installazioni, spazi pubblici, architettura, interior design, progettazione del teatro e performance.
Le sue opere si trovano nelle collezioni museali più importanti, come il MoMa, Victoria & Albert Museum, Les Arts Décoratifs, San Francisco Museum of Modern Art, Die Neue Sammlung, Museo Stedelijk e Rijksmuseum, ma anche in alcune celebri collezioni private, come quelle di Brad Pitt, Kanye West, Ian Schrager e Adam Lindemann.

Sito

Video

RaR

RaR

RAR è uno studio fondato nel 2010 in Olanda da due artisti tedeschi, di generazioni molto diverse, ma accumunati dallo stesso percorso di studi e dalle stesse passioni: Beate Reinheimer e Ulrike Rehm.
Beate Reinheimer nasce nel 1943 e si laurea presso la Gerrit Rietveld Academy di Amsterdam nel 1972, tenendo poi presso la stessa Accademia molte conferenze per oltre 25 anni; i suoi lavori in ceramica sono stati esposti in tutto il mondo e sono inclusi nella collezione permanente del Boymans van Beuningen di Rotterdam e del Centraal Museum di Utrecht.
Urike Rehm nasce nel 1976 si laurea presso la stessa Accademia 25 anni dopo e conclude il suo studio alla Sandberg Institute di Amsterdam nel 2011. Il suo lavoro è stato esposto al Stedelijk Museum di Amsterdam e durante la Dutch Design Week di Eindhoven.
I due artisti decidono di mettere insieme passioni e competenze iniziando creare alcuni oggetti di grande poesia, dove la lunga esperienza e la riconosciuta capacità e bravura della Reinheimer si coniugano con la freschezza e la contemporaneità dei lavori di Rehm.
Il tema affrontato è spesso quello dei vasi o contenitori per fiori, dove il fiore stesso diventa superfluo per la bellezza dell’oggetto stesso, da appendere al muro come elemento decorativo. Tra le opere più interessanti dei due artisti si mette in risalto una installazione a parete in porcellana: “Hain”: la collezione è composta da tre alti alberi di porcellana combinati con “funghi” ed è smaltata in verde semitrasparente. I funghi possono essere usati come display. La serie completa è stata prodotta in un’edizione limitata e numerata di 10. Tre set più piccoli sono realizzati in un’edizione di 99.”Hain”, la poetica parola tedesca per “foresta”, ha origine dal fascino dei progettisti per la natura, l’arte e l’architettura. Questo lavoro combina le strutture artistiche della flora, il Wunderkammer del 17 ° e 18 ° secolo e il precedente uso di console in un oggetto affascinante e magico.
Un altra collezione ormai iconica è costituita da più di 60 raffinatissimi vasi da muro- scarabei, tutti diversi, realizzati e dipinti a mano, numerati ciascuno da 1-30 in edizione limitata: gli scarabei, ognuno riferito ad un vero insetto esistente, sono diventati un oggetto molto desiderato da appassionati e collezionisti.

Più Info

Sholten & Baijing

Scholten & Baijing

Scholten & Baijing lavorano insieme dal 2000, con la creazione del loro studio; Stefan Scholten ha studiato alla Design Academy di Eindhoven, mentre Carole Baijings è autodidatta. Dopo la realizzazione di diversi progetti in cui si percepiscono i confini tra lavoro autonomo e applicato, nei loro lavori successivi c’è più interesse nel design degli interni fino ad essere considerati come uno dei più interessanti, innovativi e dinamici duo nel campo del design a livello mondiale.

Celebri per i loro prodotti sensibili e discreti ma funzionali, il loro straordinario e spesso imprevisto uso del colore, i loro oggetti di squisita fattura, hanno applicato il loro stile unico nei più diversi settori, dalla ceramica e l’argenteria ai tessuti e perfino a una concept car.

Scholten & Baijings hanno ricevuto numerosi premi prestigiosi come l’Elle Decoration International Design Award (EDIDA) per Young Designer Talent 2011, la nomination per il Designer of the Year ai Wallpaper* Design Awards 2015 e Oeuvre Premio Sanoma Woon Awards 2014.

I loro prodotti ed edizioni limitate sono esposti in musei e gallerie come il Cooper-Hewitt National Design Museum a New York, l’Art Institute di Chicago, il Victoria & Albert Museum di Londra e il Museo Boijmans van Beuningen a Rotterdam. Tra i loro clienti si annoverano molte aziende contemporanee e sperimentali come Maharam, Hay, Ikea, Karimoku New Standard, Georg Jensen, 1616 / Arita Japan, Moooi…

Sulla base di un’ampia ricerca sulla ceramica Arita e l’analisi di capolavori storici locali ad esempio, Scholten & Baijings hanno creato una serie chiamata porcellana colorata. Colori giapponesi tipici, come ad esempio, di colore verde chiaro aquarelle-blu, rosso-arancio e ocra, vengono ricontestualizzati e applicati in nuove combinazioni in un insieme di stoviglie funzionale contemporaneo che nel complesso riflettono ancora il tipico spettro dei colori Arita, in una nuova e inedita immagine raffinata e molto contemporanea. Le composizioni di colori a strati sono svolte in varie texture e tonalità di smalto e sono combinati con il bianco naturale della porcellana stessa. Realizzato con un delicato senso di artigianato locale, il colore della porcellana mostra una prospettiva europea originale sulla tradizione giapponese.

Questo stesso approccio è stato utilizzato per molti altri materiali come la lana, il legno, il vetro, sempre alla ricerca di combinazioni di crome insolite, frutto di stratificazioni e riflessioni e con un occhio sempre rivolto alla tradizione olandese. Dal 2019 i due designers hanno deciso di continuare il lavoro in maniera indipendente.

Sito

1 2 3