Ci sono gesti e profumi che accompagnano ogni lavoro e quello dei Bonacina in particolare: è la loro maestria nel bagnare, piegare, asciugare e quell’aroma di paesi lontani che sprigionano le canne d’India, di Manau e di Manila. Movimenti immutati nel tempo al servizio di un design che sgorga dalla materia stessa: nulla come il giunco impone scelte precise, studiate e per questo antiche e moderne insieme. Il saper fare ed il guardare avanti che sono da sempre nel DNA della famiglia Bonacina.
A Lurago d’Erba Giovanni fece tesoro dell’arte dell’antico mestiere di canestraio e, più di un secolo fa, fondò la sua azienda Bonacina ampliando ben presto la sua produzione con poltrone, salotti ed elementi d’arredo. Il successo non tardò ad arrivare con i riconoscimenti internazionali del 1909 a Londra e a Parigi e del 1910 a Roma e commesse importanti come la fornitura per il Grand Hotel Villa d’Este a Cernobbio (Como).
Bonacina posiede un ricco archivio di disegni e prototipi custodisce con cura e passione la collaborazione fra maestri artigiani e nomi che hanno fatto la storia del design in Italia e nel mondo: Albini, Aulenti, Forges Davanzati, Gregotti, Mongiardino, Ponti, Sambonet, Travasa… una strada difficile ma coraggiosa e stimolante.
Dopo più di un secolo la Bonacina 1889 continua così a essere, in tutto il mondo, sinonimo di altissima qualità formale ed estetica.
Cassina
La Cassina è stata fondata nel 1927 a Meda, nel cuore della Brianza, dai fratelli Cesare e Umberto Cassina, inizialmente per la realizzazione delle forniture delle grandi navi da crociera, tra le quali la celebre Andrea Doria, gli interni della quale furono progettati dall’architetto Gio Ponti. Inizia quindi un storico sodalizio tra la Cassina e Gio Ponti, consolidatosi negli anni ’50, che porterà alla realizzazione di molti capolavori del design italiano, tra questi la sedia denominata “Superleggera” , dal peso di 1,66 kg, una intelligente e colta rilettura della famosa sedia Chiavarina, realizzata sulle colline liguri.
Dopo e contemporaneamente a Gio Ponti inizieranno a collaborare con la Cassina giovani e promettenti progettisti italiani, come Mario Bellini, Achille Castiglioni, Vico Magistretti, appartenenti a quella che viene riconosciuta ormai universalmente come la scuola milanese; grazie al coraggio e al fiuto di Cesare Cassina l’azienda inizia ad identificarsi come laboratorio del migliore design italiano, con un’attenta ricerca di tecnologie sempre nuove, messe a disposizione dei progettisti, e con una costante analisi dei cambiamenti degli stili di vita e dei modi di abitare.
Contemporaneamente a questa attività di ricerca e di collaborazione con designer contemporanei, la Cassina, grazie alla lungimiranza e alla perseveranza di Filippo Allison, porta avanti un discorso filologico di riesame, riscoperta e riproduzione di maestri storici del design italiano e internazionale. Nasce quindi un catalogo indipendente, denominato “I Maestri” da affiancare a quello contemporaneo, dove trovano spazio le proposte di Le Corbusier, Charlotte Perriand, Gerrit Rietveld, Frank Lloyd Wright, fino alle recenti acquisizioni degli archivi e dei diritti delle opere di Franco Albini e di Marco Zanuso. L’azienda, per portare avanti in maniera corretta e filologica questo progetto, si avvale della collaborazione delle Fondazioni preposte, ove siano state create come nel caso della Fondazione Le Corbusier, o degli eredi diretti.
In anni più recenti la Cassina ha sperimentato la collaborazione con progettisti contemporanei di varie provenienze, come il francese Philippe Starck, l’italiano Piero Lissoni o la spagnola Patricia Urquiola, mantenendo sempre quel filo conduttore della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione nel mondo dell’abitare. I progetti più recenti, dopo l’uscita di scena della famiglia Cassina, vengono affidati a direttori artistici, come l’attuale Patricia Urquiola, che tentano di dare una interpretazione del mondo Cassina, rileggendo anche alcuni classici con l’inserimento di colori e finiture nuove.
Il catalogo dedicato ai Maestri, ogni anno arricchito con nuovi progetti con il beneplacito delle Fondazioni e degli eredi, rimane l’esempio più brillante, e commercialmente vincente, di come il design storico possa sopravvivere a molti sperimentazioni talvolta non necessarie. Un esempio di questo arricchimento è il dialogo portato avanti dell’azienda con Pernette Perriand, figli di Charlotte Perriand, che ha permesso la riscoperta della figura di questa grande progettista, erroneamente messa in ombra dal maestro Le Corbusier, e di molti suoi progetti poco conosciuti dal grande pubblico.