Mauro Mori nasce a Cremona nel 1965 e sin dalla sua giovinezza viaggia molto ed esprime le percezioni dei suoi viaggi attraverso la sua innata creatività manuale; la sua opportunità di incontrare persone e culture, lingue diverse e luoghi insoliti forniscono le idee su cui si basa la sua ricerca e si esprimono nelle sue forme funzionali e figurative personalizzate.
Le forme sono semplici ed elementari come lo stampo della mano che le crea; i materiali creano le sue opere uniche amplificando il patrimonio naturale ed esaltando ciò che la Natura ha creato. Proprio per questi motivi le opere di Mauro Mori sono modellate direttamente dalle mani e non dalle macchine, quindi portano valori emotivi e affettivi, che diventano il valore aggiunto e il fulcro dell’opera stessa.
Solidi blocchi di materiale naturale, spesso lavorati nei loro luoghi di origine, come il legno marino Albizia Rosa delle Seychelles, naturale o ebanizzato, o il marmo italiano, raccolto a mano e lavorato direttamente a Carrara, sono le origini delle forme uniche fatte a mano. La plasticità dei materiali, i rilievi su di essi e l’artigianalità voluta e evidente costituiscono il filo conduttore che attraversa tutto il lavoro del designer e rivela la forma desiderata attraverso un processo di sottrazione. Il suo lavoro si sviluppa attraverso la lettura di simboli e simbolismi, a volte tratti dalla vita quotidiana e talvolta ricercati in precisi periodi storici e contesti geografici e poi tradotti in un linguaggio contemporaneo e personale. La ricerca cambia, trasformandosi e maturando continuamente: si alterna tra induzione e deduzione, appartiene a oggi e si adatta alla vita quotidiana che circonda tutto e si aggiorna costantemente.
Le opere di Mauro Mori identificano un lusso non ostentato, ma nascosto nella materia, senza la necessità di adottare forme decorative o complesse; un lusso che viene celebrato nella preziosità del materiale naturale e delle potenzialità che, attraverso la lavorazione artigianale, vengono espresse nel modo migliore.
La costante ricerca e sviluppo è dimostrata anche dal lavoro sui metalli, che sono lavorati in forma di lastre e rifiniti con ossidazioni e patine: ferro, acciaio e rame , spesso grezzi e mai lucidati sono tra i metalli preferiti, con i quali vengono realizzati esemplari unici, come tutti i lavori del designer.
Nel 1994 Mauro Mori inizia la propria attività e nel 1998 inaugura ufficialmente il suo atelier, Mauro Mori Studio. Nel 2004 Ferrero1947 gli dedica una retrospettiva nella sua galleria di Torino, con pezzi unici in Albizia rosa, Albizia rosa ebanizzata, acciaio e rame.
Memphis-Milano
Memphis-Milano è il grande fenomeno culturale degli anni ’80 che ha rivoluzionato le logiche creative e commerciali nel design. Nato a Milano nel 1980 dall’idea di Ettore Sottsass e un gruppo di giovani designer e architetti, negli anni diventati famosi designer della scena internazionale, Memphis ha rovesciato tutti i parametri esistenti, proprio perché il suo obbiettivo era la rottura dello status quo dell’industria del design.
Secondo la leggenda Ettore Sottsass si trovava nel suo appartamento di Milano con un gruppo di giovani designer, tra i quali il radicale Michele De Lucchi, per discutere di come il design fosse diventato ormai borghese e irrilevante…intanto si ascoltava la canzone di Bob Dylan del 1966 “Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again”. In gruppo decise in questo preciso momento di riunirsi in un collettivo e di creare una collezione completamente nuova, piena di vita e al passo con i tempi, chiamandola appunto Memphis.
Negli anni molti giovani designer passarono per il collettivo, provenendo da paesi e culture diverse e portando tutti il loro personale contributo nel contesto di un manifesto comune; tra essi Martine Bedin, Andrea Branzi; Aldo Cibic, Michel Graves, Nathalie du Pasquier, Peter Shire, Javier Mariscal, George Sowden, Alessandro Mendini, Matteo Thun, Masanori Umeda, Arata Isozaki, Shiro Kuramata, Marco Zanuso jr e molti altri. A tutti loro, e alla supervisione di Ettore Sottsass stesso, si devono i più interessanti progetti del gruppo Memphis.
Memphis ha imposto al design nuove forme, nuovi materiali e nuovi motivi. Una prima collezione nasce nel 1981 con il supporto economico di Ettore Gismondi, presidente di Artemide, ed ha immediatamente un effetto esplosivo: colori sgargianti, abbondanza di decorazioni, coraggiose asimmetrie, mobili verticali totemici…non si era mai visto nulla di simile, catapultando il design nell’universo stravagante e colorato del cinema, dei fumetti e della pop art, alla quale il collettivo guarda con interesse e rispetto.
Gli oggetti di Memphis, prodotti in serie limitata, cercano di sfuggire alla banalità del quotidiano, riprendendo nomi che suscitano in ciascuno di noi un mondo immaginario, con un forte effetto sorpresa grazie alle forme e ai materiali utilizzatili, sopratutto i laminati decorativi della società piemontese di Bra Abet laminati, ma anche le ceramiche e i vetri veneziani per i bellissimi vasi di Sottsass, realizzati secondo le antiche tecniche dei Maestri vetrai veneziani.
Tra i pezzi più iconici della collezione si possono citare la coloratissima libreria Carlton, la lampada Tahiti, il mobile Totem Casablanca, tutti disegnati di Ettore Sottsass, la lampada Oceanic e la sedia first di Michele De Lucchi. le poltrone Oberoi e la lampada su ruote Super Lamp di Martine Bedin, la sedia Palace di George Sowden e molti altri progetti tra arredi, tappeti (straordinari quelli di Nathalie du Pasquier), ceramiche, vetri, argenti, lampade, tessuti…tutti spregiudicati, colorati, coraggiosi e non convenzionali.
Memphis è diventato un simbolo di New Design; la sua influenza è stata immensa nella storia del design ed è ancora oggi molto forte in diversi settori della produzione e non solo: la sua estetica è stata ripresa e abbracciata in diversi campi artistici negli ultimi anni.