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Tag: metallo

Usm - Ferrero1947

USM

USM viene fondata nel 1885 come azienda metallurgica e di forgiatura da Ulrich Schaerer. La fabbrica e la direzione erano e sono tuttora a Munsingen, in Svizzera. Nei primi decenni del ventesimo secolo, USM inizia a specializzarsi in accessori per finestre, cerniere ornamentali e lamiere in acciaio lavorate con precisione. Negli ’60 si compie la trasformazione in fabbrica di mobili a livello mondiale; Paul Schaerer entra in azienda nel 1961, dando inizio a tre generazioni di gestione USM della famiglia Schaerer. Dopo aver studiato ingegneria presso lo Swiss Federal Institute of Technology di Zurich, è determinato a rinnovare l’azienda – a partire dalla stessa fabbrica e sede principale USM; Incarica quindi l’architetto Fritz Haller di progettare un nuovo padiglione per uffici e fabbrica utilizzando un sistema di costruzione modulare in acciaio flessibile, facilmente adattabile a vari processi di produzione e cambiamenti del settore.

Nel 1963, Haller e Schaerer creano mobili che sono in sintonia con la modularità e versatilità dei nuovi stabilimenti. I mobili, come gli edifici, non sono incentrati sui singoli pezzi, ma su un sistema di moduli in acciaio adattabili e riconfigurabili per soddisfare le diverse esigenze della fabbrica e degli uffici dell’azienda. Il fondamento del sistema è un elegante e ingegnoso giunto sferico, per il quale richiedono un brevetto nel 1965.

Sebbene inizialmente progettato per l’uso esclusivo negli uffici USM, il sistema di mobili richiama rapidamente l’attenzione grazie alla sua versatilità, durevolezza e stile; dii conseguenza la produzione e vendita commerciale del sistema USM Haller inizia nel 1969 con un ordine di 600 postazioni di lavoro da parte della Rothschild Bank di Parigi, Francia.

Durante gli ultimi decenni del XX secolo, USM ha conquistato tutto il mondo, aprendo filiali in Germania, Francia e Stati Uniti e anche il primo spazio espositivo esclusivo ad Amburgo in Germania nel 1998. Nell’anno successivo, USM lancia USM Kitos, una serie di scrivanie e tavoli personalizzabili e regolabili in altezza.

Poco dopo, la quarta generazione della famiglia entra in azienda, rappresentata dall’attuale CEO Alexander Schaerer. Lo status di USM Haller quale icona del design moderno viene confermato nel 2001 con l’esposizione nella collezione permanente del Museum of Modern Art (MoMA) di New York. USM continua a sviluppare la leadership a tutela dell’ambiente e nel 2007, la società riceve l’accreditamento Greenguard, che certifica che i suoi prodotti hanno basse emissioni di sostanze chimiche e particelle e quindi aiutano a ridurre l’inquinamento dell’aria interna; i mobili USM sono i primi prodotti europei a soddisfare i rigidi criteri Greenguard.

Nel 2015 è stato celebrato il 50° anniversario della creazione del sistema di arredamento modulare USM Haller, anche attraverso un costante e continuo aggiornamento in sintonia con le nuove esigenze abitative e lavorative.

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Azucena

Azucena

Fondato nel 1947 da Luigi Caccia Dominioni, Ignazio Gardella e Corrado Corradi Dell’Acqua. Il marchio italiano Azucena da sempre si distingue per le sue collezioni che uniscono eleganza formale, lusso , estetica pura e nitida e un’altissima manifattura.
Il brand che gli architetti decidono di chiamare Azucena dal nome della zingara dell’opera teatrale ‘Il Trovatore’, viene creato sia per raccogliere alcuni dei loro progetti di mobili da destinare all’arredo degli edifici da essi stessi disegnati sia per poter produrre singolarmente alcuni mobili facenti parte di serie di arredo da loro progettate. I tre designer iniziano quindi una ricca produzione disegnata da loro per poter sfruttare un repertorio di arredi disponibili per le case che progettano. Sono arredi, lampade e oggetti sperimentali, che utilizzano coraggiosamente materiali nuovi, accostati a quelli tradizionali in modo sorprendente e contemporaneo, unendo e spesso sovrapponendo industria e alto artigianato. Lacca, ottone cromato lucido, cristallo sono i materiali preferiti in una costante ricerca di luminosità, brillantezza, e trasparenza, che talvolta si alternano alla morbidezza del velluto o alla ricchezza della pelle.

Con Azucena prende vita una collezione unica, raffinatissima, con una serie di pezzi diventati in breve tempo iconici, caratterizzati dall’unione di materiali diversi, ma sempre ricercati, e dalla ripresa di forme stilistiche tradizionali; su tutte la poltrona Catilina, quasi un trono romano, dove ci si deve accomodare in maniera composta, concetto molto amato dall’architetto Luigi Caccia Dominioni, ma anche il tavolo Cavalletto, dalle forme sinuose e rigorose, reminiscenza dei banchi da disegno al politecnico di Milano, oppure la poltrona Chinotto, un piccolo fuori scala non senza ironia.

Le lampade hanno una posizione privilegiata all’interno della collezione Azucena: Luigi Caccia Dominioni pone particolare attenzione alla luce e agli apparecchi illuminanti, sfruttando in modo nuovo e moderno materiali e tecniche inconsuete. Ne derivano alcuni modelli di straordinaria bellezza come la celebre lampada da terra Imbuto, dal chiaro riferimento riletto in maniera sobria e colta, o come la lampada da tavolo Base ghisa, dove il nome stesso svela la scelta tecnica dell’autore, o ancora come la lampada da lettura Monachella, leggera, trasportabile grazie ad un anello all’estremità dell’asta, concepita dall’architetto Caccia Dominioni non casualmente, ma ispirandosi al copricapo delle monache di un convento milanese, che stava realizzando.

Nel 2018, il marchio Azucena è stato acquisito da B&B Italia, che lo ha voluto preservare e rilanciare, in una visione attiva dell’heritage italiano, lo storico brand ritorna sul mercato con una serie di “classici moderni” disegnati dall’architetto Luigi Caccia Dominioni a partire dalla fine degli anni 40. Sedie, divani, tavoli e lampade che hanno scritto la storia del design made in Italy e che tornano oggi come testimonianza di classe e qualità.

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Frank collection - Ferrero1947 - Luca Montrucchio

Frank

Ferrero1947 presenta un nuovo progetto nella rassegna “Quando lo specchio ti fa bella”, basato sulla tipologia della consolle e delle sue interpretazioni completata da uno specchio dal medesimo rigore. Linee grafiche essenziali e alternarsi di diversi materiali, caratterizzano il progetto “Frank”, dove il giovane designer Luca Montrucchio ha lavorato con influenze raffinate tipiche dello stile di Jean Michel Frank in una rilettura contemporanea. Frank è anche un omaggio a Franco Curletto, che ospita la rassegna e che ha fatto della bellezza la sua filosofia di vita. Una collezione di piccoli specchi da tavolo, per vanità  private, completa il progetto, traducendo in scala minore linee e rigore dell’idea primordiale. Il progetto è realizzato interamente a mano, con l’intervento di artigiani locali: ogni elemento è il frutto di un accurato lavoro manuale. Ferrero1947, con un’esperienza di quasi 70 anni nella selezione, distribuzione e vendita di arredi contemporanei, dal 2105 ha deciso di entrare nel mondo della produzione, editando una collezione che concretizza l’ideologia e lo stile acquisiti in tanti anni di attività.

Atelier Van Lieshout

Atelier Van Lieshout

Atelier Van Lieshout

Atelier Van Lieshout è lo studio fondato dallo scultore, pittore e visionario Joep van Lieshout, che, dopo essersi diplomato alla Rotterdam Art Academy, è rapidamente diventato famoso con progetti che oscillano tra il mondo del design e quello dell’arte: scultura e installazioni, edifici e mobili, utopie e distopie. Nel 1995, Van Lieshout ha fondato il suo studio e da allora ha lavorato esclusivamente con il nome dello studio, che comprende più di venti collaboratori di origini e provenienze diverse. Tutti lavorano insieme in un grande capannone sul porto di Rotterdam, suddiviso in diversi reparti: fibra di vetro, scultura in legno, metallo. I progettisti sono strettamente coinvolti nel processo di fabbricazione di ciascun prodotto; per questo motivo progettazione e produzione di tutte le opere firmate AVL devono svolgersi necessariamente in questo unico luogo.
Negli ultimi tre decenni, Van Lieshout ha istituito una pratica multidisciplinare che produce opere ai confini tra arte, design e architettura, studiando la linea sottile tra arte manifatturiera e oggetti funzionali di produzione di massa e cercando di trovare i confini tra fantasia e funzione, tra fertilità e distruzione.
Van Lieshout analizza i sistemi, che si tratti della società nel suo insieme o del corpo umano; egli sperimenta, cerca alternative, tiene mostre come esperimenti per il riciclaggio e ha persino dichiarato uno stato indipendente nel porto di Rotterdam AVL-Ville nel 2001: uno stato libero nel porto di Rotterdam, con un minimo di regole, un massimo di libertà e il più alto grado di autarchia.
Tutte queste attività sono condotte nel tipico stile provocatorio di Van Lieshout, sia esso politico o materiale, combinando un’estetica e un’etica fantasiose con uno grande spirito imprenditoriale; il suo lavoro ha motivato i movimenti nel campo dell’architettura e dell’ecologia ed è stato celebrato, esposto e pubblicato a livello internazionale. Le sue opere condividono una serie di temi, motivi e ossessioni ricorrenti: sistemi, potere, autarchia, vita, sesso e morte – ognuno di questi traccia l’individuo umano di fronte a un tutto più grande come il suo noto lavoro Domestikator (2015). Questa scultura ha suscitato polemiche prima ancora di essere collocata al Louvre nel Jardin de Tuilleries, ma è stata poi adottata dal Centre Pompidou dove è stata esposta durante FiAC del 2017.

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Vitra

Vitra

Vitra è un’azienda svizzera dedicata al miglioramento della qualità delle abitazioni, degli uffici e degli spazi pubblici attraverso il potere del design, fondata a Weil am Rhein nel 1950 da Willi Fehlbaum, proprietario di un negozio di mobili nella vicina Basilea. I suoi prodotti sono sviluppati in un processo impeccabile, di progettazione intensiva, che riunisce eccellenza ingegneristica con genio creativo di designers di fama internazionale. L’obbiettivo, fino dai primi anni ‘50, è di creare interni , mobili e accessori funzionali e stimolanti attraverso alcuni principi guida come la longevità dei materiali, la costruzione impeccabile, l’alta qualità e l’importanza dell’ estetica, come dimostrato dai grandi classici, molti ancora in produzione dal 1950.

I grandi classici americani del design sono infatti stati il punto di partenza del catalogo Vitra, grazie all’accordo già nel 1946 con l’americana Herman Miller per l’acquisto dei diritti di produrrre in Europa la vasta collezione di Charles e Ray Eames. Willi Fehlbaum rimase folgorato dai progetti dei coniugi Eames durante un viaggio in America e volle a tutti i costi produrli e proporli al mercato europeo. Capolavori come la Eames Chair, l’ Alluminium Group, la Upholstered Lounge Chair, L’Elephant Stool, le sedie in Fiberglass….iniziarono quindi ad essere conosciuti e apprezzati anche in Europa grazie a Vitra. Successivamente a questa produzione si sono aggiunte le opere di altri maestri storici del design internazionale come George Nelson, Verner Panton, Jean Prouvé e a seguire, in anni più recenti i lavori di designers e architetti contemporanei come Antonio Citterio, i fratelli Bouroullec, Mario Bellini, Ron Aram, Jasper Morrison, Alberto Meda, Philippe Starck…

Dopo un terribile incendio, che devastò l’intera fabbrica nel 1981, venne chiamato l’architetto inglese Nicholas Grimshaw per progettare il nuovo stabilimento, pronto in soli 6 mesi, al quale si affiancò nel 1986 un altro edificio dell’architetto portoghese Alvaro Siza, iniziando quello che diventerà il futuro Vitra Campus, ovvero il raggruppamento più importante in Europa e probabilmente nel mondo di architetture contemporanee in uno spazio limitato. Tra i molteplici edifici si possono ricordare il Vitra Design Museum di Frank O. Gehry del 1989, il padiglione delle Conferenze di Tadao anno del 1993, la stazione dei Vigili del Fuoco di Zaha Hadid del 1993, l’installazione nel 2003 di una stazione di benzina progettata nel 1953 da Jean Prouvé fino ai più recenti VitraHaus degli architetti di Basilea Herzog & de Meuron del 2010, la struttura Diogene di Renzo Piano del 2013 o la fabbrica dello studio giapponese SAANA del 2013. Il Vitra Campus è diventato in pochi anni una meta molto frequentata dagli appassionati di design e non solo, grazie alle visite guidate nei vari stabilimenti, alle numerose mostre ed esposizioni sul design nel suo museo e a molte iniziative correlate al mondo del design e dell’arte.

Attualmente il catalogo Vitra si divide in 2 parti. una dedicata alla casa, la Home Collection, e una dedicata al contract e all’ufficio, con molta sensibilità verso lo smart working. In queste 2 parti vengono sempre equilibrate le proposte dei Maestri del design come gli Eames, Jean Prouvé, Verner Panton… e i progetti contemporanei di designers come i fratelli Bouroullec, Hella Jongerius, Konstanto Grcic, Jasper Morrison e molti altri.

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PP Mobler

PP Mobler

PP Mobler è un laboratorio di falegnameria danese a conduzione familiare fondato nel 1953 e ha una forte tradizione per la lavorazione di mobili di design di alta qualità. La motivazione è da sempre l’amore per il legno. La filosofia dell’azienda è che la tecnica, l’ingegno e l’artigianato possono essere combinati nella ricerca della qualità.
Il catalogo è quasi totalmente dedicato ai progetti dell’architetto danese Hans J. Wegner, che ha avuto un lungo e importante sodalizio con questa piccola realtà manifatturiera danese; Wegner adorava fermarsi nel laboratorio di PP Mobler, dove le sue idee prendevano corpo; qui poteva toccare con mano e percepire la connessione professionale tra designer e artigiano e sentire l’orgoglio e il rispetto per l’artigianato di alta qualità. Da parte sua il designer ha sempre fornito a questo piccolo laboratorio compiti entusiasmanti e difficili, percependo sempre la richiesta intransigente di qualità e l’impegno a sperimentare il materiale.
Tra il 1960 e il 1968 molti dei prototipi di Wegner furono sviluppati presso PP Mobler prima di entrare in produzione presso altre aziende, mentre dopo il 1968 il designer cominciò a disegnare i primi modelli per la produzione di PP Mobler, evento molto importante per questo piccolo laboratorio, che iniziava ad organizzare un piccolo catalogo in proprio. Wegner continuò ancora con più libertà la sua esplorazione delle possibilità del legno in termini di forma e costruzione.
Oggi PP Mobler produce un’ampia selezione di mobili di Wegner, la maggior parte sedie, sopratutto quelle con la costruzione più complessa, che nessun altro potrebbe realizzare. Tra queste la “The Round One”, come amava chiamarla Wegner con la sua tipica modestia provinciale, è uno dei mobili danesi più famosi al mondo, riassumendo in un modo semplice e modesto l’essenza della tradizione della lavorazione del legno e della filosofia del design danese. E’ l’opera più importante di Hans. J. Wegner.
Quando Johm F. Kennedy e Richard Nixon si incontrarono nel primo dibattito elettorale televisivo del 1960, si sedettero sulla Round Chair, scelta principalmente per il suo grande confort e per la sua genuina qualità; alla fine gli americani trovarono un nome nuovo e più eloquente per questa sedia: la chiamarono, e continuano a chiamarla, semplicemente “la sedia”.
Nel catalogo di PP Mobler trovano spazio molti atri progetti di Wegner, non solo sedie, ma anche poltrone, tavoli e scrittoi, come ad esempio la Peacock Chair del 1947, la Folding chair del 1949, la Papa Bear Chair del 1951, la Rocking chair del 1984, la The Circle Chair del 1986…
Un discorso a parte va riservato alla poltrona da relax Flag Halyard Chair del 1950, uno dei rarissimi progetti di Wegner non in legno, ma con una struttura in acciaio inossidabile e 240 metri di corda a formare il sedile e lo schienale, con l’aggiunta di una pelle di montone dal pelo lungo appoggiata sopra. Pur avendo ovvie preferenze per il legno, Wegner mostra in questo progetto il suo audace e coraggioso appetito per la creazione. Con la Flag Halyard Chair il designer rende omaggio ai primi designers modernisti come Le Corbusier, Mies van der Rohe e Marcel Breuer, e dimostra di essere in grado di padroneggiare l’acciaio inossidabile con la stessa eleganza del maestro del legno. La Flag Halyard Chair rimane uno dei più alti esempi di design danese e una delle poltrone reale più desiderate al mondo.

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Pastoe

Pastoe nasce in Olanda nel 1913 a Utrecht per la realizzazione di arredi, in particolare poltrone e divani, ma già dal 1948 si concentra su contenitori in legno in chiave moderna e funzionale. La sobrietà e la ricercatezza tecnica ed estetica sono sempre state le linee guida principali in tutte le collezioni che si sono avvicendate, fino alla più recente e amatissima serie Vision: contenitori a bussolotti, componibili in una grandissima quantità di misure, possibilità e colori, con la particolarità della apertura a pressione e degli spessori a 45 gradi. Il risultato, estremamente raffinato ed elegante, è molto amato da architetti, amanti del design e progettisti per la purezza della sua estetica.

La collezione di Pastoe è quindi il risultato di un’esperienza pluriennale nello sviluppo e nella produzione di mobili di altissima qualità. Ogni giorno si investe nuovamente nella qualità, alla continua ricerca di un ulteriore perfezionamento della tecnica e di una maggiore funzionalità, senza fermarsi, fino a raggiungere il risultato desiderato.

Quando si aumenta la sostenibilità visuale e materiale, anche i minimi dettagli diventano importanti; la visibilità di una vite o la forma di una cerniera sono quindi trattati con estrema cura e attenzione. La ricerca della perfezione è, e resterà sempre, insita nella cultura dell’azienda. I mobili Pastoe vengono ancora oggi realizzati nella storica fabbrica di Utrecht, facendo attenzione a mantenere la qualità tradizionale e artigianale. Per ottenere il risultato migliore, la produzione, infatti, è ancora in gran parte manuale. Grazie a questa attenzione e preparazione, nasce un mobile impeccabile di grande valore.

Pastoe è sempre rimasta fedele al principio modulare. I sistemi di mobili attuali si prestano a realizzare credenze, mobili TV, contenitori…e si possono definire opere d’arte figurative. Il mobile non fa solo parte della parete, ma anche la parete diventa parte del mobile grazie al gioco di ombre. I mobili Pastoe lasciano spazio ad aggiunte secondo il proprio gusto e grazie alla loro forma sono facilmente combinabili con altri stili e marche.

Il collegamento con l’arte è sempre molto stretto: nello sviluppo dei suoi mobili, l’azienda coinvolge l’abilità di architetti e artisti e il loro senso della forma, l’occhio attento per il dettaglio e il gioco tra luce e spazio. Si parte dalle forme, dai volumi e dai colori, elaborandoli, per tradurre il tutto in mobili. Ciò porta a mobili che sono sia funzionali che artistici: un mobile come oggetto. Oltre alla collaborazione con architetti e artisti, la sezione di sviluppo del prodotto, sempre in prima linea, traduce i segnali provenienti dal mercato in mobili in linea con la visione progettuale di Pastoe.

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Moormann, complementi arredo moderni, interni, design

Moormann

Nils Holger Moormann in 1982, after studying law, became passionate about the world of design and decided, self-taught and far from the production logics of furniture companies, to develop furniture that showed a reduced formal language and very precise solutions in detail, synonymous with that current called “Neues Deutsches Design”.

Moormann’s main thoughts are simplicity, intelligence and innovation, which must be applied simultaneously for the well-being of society. The first goal is to analyze the needs in the light of new ways of living and working, which often and increasingly coincide within the same spaces; the second step is to identify concrete design solutions, simple, but not trivial, to solve all needs. Through this simple process, we arrive at the creation of solutions, initially dedicated to the idea of ??containing and tidying up, identifying a universal bookcase model, easy in concept and assembly, but extremely refined and elegant; a piece, like the following ones, out of fashions and trends, imbued with timelessness to become a cornerstone of design.

To achieve all this, it was necessary to identify the right place, where to work, design and produce the ideal pieces; and what better place to find the roots of this furniture if not between the raw mountain climate and the lively Nordic traditions, among the beasts of the fields and a heartfelt attention to the ecological balance? The mountain and natural place, far from the usual industrial districts and cities, has been fundamental for the creation and evolution of this philosophy. Of course, the whole project can no longer be achieved by a single person as in the beginning, but by a close-knit and convinced team, now made up of about 40 brilliant minds.

Moormann is not entirely easy to classify. It is not only Nordic design, which would resonate in a limited way, having many international designers within the team. Its aesthetics, although close to Finnish, Swedish and Danish examples, is more complex, the result of the union of impeccable technology and a careful look at attractive and sober shapes at the same time. The wood used for the whole collection is always the same, i.e. light birch from Alvarian memory, but also natural MDF, with a very ecological, but not poor effect, often combined with linoleum or laminates in absolute colors, white or black, sometimes red. The bookcase, interpreted over the decades in multiple ways and with countless variations, remains the main product of the collection, to which beds, tables, desks, containers and small accessories of great beauty and functionality have gradually been added.

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Moooi: mobili, interni e illuminazione moderni olandesi

Moooi

Moooi da ormai 20 anni ispira e seduce il mondo del design con progetti scintillanti, innovativi, ironici e coraggiosi.
L’azienda olandese viene fondata nel 2001 da Marcel Wanders e Casper Vissers inizialmente per proporre i progetti di Marcel Wanders stesso, che negli anni ’90 si fa conoscere presso il celebre collettivo olandese di designers Droog Design soprattutto grazie alla sua sedia a maglia, Knotted Chair, poi editata da Cappellini; i progetti di Wanders sono spesso troppo originali per le aziende del design, per questo motivo per poter mantenere la sua indipendenza e la sua creatività intatta viene fondata questa casa d’edizioni: Moooi che significa “bello” in olandese.
Lo stile capriccioso, unico e provocatore di Marcel Wanders si esprime pienamente nella collezione Moooi. Oltre alle creazioni disegnate dallo stesso Marcel, Moooi edita anche altri designer conosciuti come Bertjan Pot, Jasper Morrison. Ross Lovegrove, Studio Job… arricchendo ogni anno il catalogo con pezzi sempre sorprendenti.
L’azienda non esita ad uscire dai percorsi consueti ed estetici del design editando delle creazioni insolite e coraggiose come il sorprendente lampadario a forma di ragno, composto da una moltitudine di lampade tecniche da scrivania e chiamato Dear Ingo in omaggio al Maestro della luce Ingo Maurer, creato da Ron Gilad nel 2003 o ancora la poltrona in legno “carbonizzato” Smoke del 2002 di Maarten Bass, diventato in seguito uno dei più acclamati designer olandesi.
In questo modo la collezione Moooi combina facilmente una sospensione in carta bianca pressata opera della coppia creativa Studio Job ed un cavallo nero a grandezza naturale che indossa sulla testa una lampada, progetto firmato dallo studio svedese Front Design e facente parte di una collezione particolarmente iconica completata da un coniglio_lampada e da un maiale-tavolino.
Molti sono i designers ormai chiamati a collaborare con l’azienda, sempre sotto la direzione artistica di Marcel Wanders, ormai ricercato da tutte le più importanti realtà internazionali del design, da Flos a Baccarat, da Cappellini ad Alessi; tra le recenti collaborazioni, quelle con Jaime Hayon, Nika Zuoanc, Joost van Bleiswijk.
Lo stile di Moooi non è cambiato dagli esordi ed è rimasto esclusivo, audace, giocoso… basato sulla convinzione che il design è una questione di amore, ironia e gioia. Sono oggetti senza tempo, che possiedono l’unicità e il carattere di oggetti d’antiquariato combinati con la freschezza dei tempi moderni. Questa fusione porta il marchio a concentrarsi sempre di più sulla produzione di oggetti iconici e spettacolari.
Con questo mix unico e iconico di illuminazione, mobili e accessori, l’azienda crea ambienti interni decorati con una varietà d’ispirazione di modelli e colori da abbracciare qualsiasi tipo di spazio, domestico e pubblico, e fa innamorare persone di differenti età, culture e personalità.
Questa visione di casa inaspettata mette in luce sempre nuove idee con un sapiente tocco di magia. Dietro l’apparente ironia e giocosità si celano sempre progetti intelligenti, frutto di continue riflessioni sul modo di vivere e di abitare e sui suoi continui cambiamenti.

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Molteni&C - mobili e design, sedie, divani, tavoli, arredi

Molteni

Molteni & C viene fondata come azienda artigianale nel 1934 a Giussano in provincia di Milano (poi provincia di Monza e della Brianza), da Angelo Molteni, imprenditore brianzolo, tra i promotori del Salone Internazionale del Mobile di Milano, che vedrà la sua prima edizione nel 1961. Nel primo dopoguerra l’azienda realizza mobili partendo dal tronco e coprendo tutte le fasi produttive e a metà degli anni ’50 partecipa alla prima “Mostra Selettiva – Concorso Internazionale del Mobile” di Cantù, con un progetto dell’architetto svizzero Werner Blaser, allievo di Alvar Aalto e assistente di Ludwig Mies van der Rohe, che vince il primo premio. Il cassettone, con il giunto geometrico a tripla forcella, è il primo prototipo di mobile moderno ed è recentemente stato rimeditato in un preziosa edizione numerata e certificata.
Il 1968 è l’anno della rivoluzione: in pochi mesi, viene convertita la produzione dal classico al moderno, per realizzare mobili ben disegnati, pensati per la serie; Luca Meda, allievo della Scuola di Ulm, è l’uomo della rivoluzione, suoi i contenitori Iride presentati al Salone del Mobile nel 1968. L’anno successivo si ha la conversione completa ai mobili di design, cui segue l’acquisto delle aziende Unifor e Citterio, nel settore ufficio e, nel 1979, di Dada, azienda di mobili per la cucina. Negli anni Molteni & C diventa quindi una realtà per la produzione di mobili.
Durante direzione artistica affidata a Luca Meda, vengono chiamati a progettare per Molteni gli architetti Aldo Rossi e Afra e Tobia Scarpa; Aldo Rossi disegnerà alcuni arredi diventati ormai iconici come il divano teatro, il settimanale Carteggio e la sedia Milano, rari esempi di incursioni nel mondo del design da parte del Maestro.
Negli anni novanta comincia invece la collaborazione con alcuni designer italiani e internazionali, tra i quali Jean Nouvel, Foster and Partners, Patricia Urquiola, Rodolfo Dordoni, Hannes Wettstein.
Nel 1994 Molteni&C riceve il Compasso d’Oro alla carriera. “Tra i protagonisti della cultura italiana dell’arredamento”, recita la menzione della giuria, “ha saputo presentare un’offerta di prodotti disegnati con costante dignità, sicura qualità e ampia visione del contesto culturale”. Nello stesso anno Jean Nouvel progetta la Fondation Cartier a Parigi, Molteni attraverso Uniforo realizza tutti gli arredi: nasce così la serie Less, un’icona del design nel mondo, tavoli dalgli spessori minimi e dalle forme elementari e rigorose.
Agli inizi del 2000 Per sostenere l’espansione internazionale, Molteni&C crea la divisione Imbottiti e, in pochi anni si afferma tra i migliori produttori internazionali con i progetti di Patricia Urquiola, Ferruccio Laviani, Rodolfo Dordoni, Hannes Wettstein e Ron Gilad e molti altri.
Nel 2012 Molteni&C presenta al Salone del Mobile la Gio Ponti Collection, arredi mai prodotti in serie dal grande architetto milanese, in collaborazione con Gio Ponti Archives. La collaborazione tra Molteni e gli eredi di Gio Ponti prosegue annualmente grazie ad un accordo in esclusiva per i diritti dei progetti del Maestro.
Il Gruppo Molteni ha recentemente festeggiato 80 anni di attività con una mostra alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, intitolata 80!Molteni. Con un allestimento curato da Jasper Morrison e il progetto grafico di Studio Cerri & Associati, prototipi e arredi di tutte le aziende del Gruppo raccontano, per la prima volta, 80 anni di esperienza, qualità e innovazione. La mostra è diventata il nucleo del Molteni Museum di Giussano.
A partire da aprile 2016 l’architetto e designer belga Vincent Van Duysen è nominato direttore creativo dei brand Molteni & C; dopo il successo della collezione di armadi Gliss Master la nuova collaborazione ha come focus il coordinamento dell’immagine e delle scelte progettuali e artistiche del gruppo.
Nata come azienda specializzata nella produzione di sistemi, oggi l’azienda produce ancora completamente in Italia un’offerta integrale per la casa, dai contenitori agli imbottiti, dalle sedie ai tavoli… affiancata da una divisione contract che realizza navi da crociera, teatri, musei, hotel, ristoranti e residenze collettive.

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